La favola di Travaglio e del nostro modello giudiziario da imitare all'estero

Massimo Bordin
Naturalmente Sabino Cassese ha scritto un eccellente editoriale sul Corriere della Sera a proposito della giustizia e sui motivi del suo cattivo funzionamento. A riprova di ciò bastava leggere ieri gli insulti riservatigli da Marco Travaglio. Il direttore del Fatto quotidiano ritiene che il modo con

    Naturalmente Sabino Cassese ha scritto un eccellente editoriale sul Corriere della Sera a proposito della giustizia e sui motivi del suo cattivo funzionamento. A riprova di ciò bastava leggere ieri gli insulti riservatigli da Marco Travaglio. Il direttore del Fatto quotidiano ritiene che il modo con cui in Italia è organizzata la giustizia sia il migliore possibile tanto che “gli organismi europei additano il modello italiano come un modello da imitare”. Curiosa considerazione, che pure circola nei convegni della Anm formulata però in modo almeno più rispondente al vero, cioè “molti colleghi europei invidiano il nostro ruolo per come è definito dalle nostre leggi”. E c’è da crederlo. Quanto agli organismi europei, quello competente in materia, la Corte europea dei diritti commina al sistema giudiziario italiano un numero tale di condanne da renderlo una sorta di campione della denegata giustizia. Certo in Europa ci additano, ma per motivi opposti a quelli che raccontano Travaglio e l’Anm, forse perché la Corte europea non è governata dalle associazioni dei magistrati. Dunque figuriamoci  se non penso che Cassese abbia ragione. Eppure, so forse di chiedere troppo, ma anche nel suo editoriale qualcosa manca. Quel che andrebbe fatto è mirabilmente riassunto, manca la spiegazione del perché non si riesca a realizzare. Qualche obiettivo andrebbe precisato. Per esempio, sulla separazione delle carriere quella più urgente da attuare è ormai quella fra certi magistrati e certi giornalisti.