La morte di Schiavone e la fine della balla delle scorie nucleari
La morte di Carmine Schiavone, il camorrista pentito della “terra dei fuochi”, il cugino di Sandokan capo dei Casalesi, mette fine a una tragica buffonata che ha animato talk show, interpellanze parlamentari, vibranti denunce, richieste di impeachment nei confronti del presidente della Repubblica
La morte di Carmine Schiavone, il camorrista pentito della “terra dei fuochi”, il cugino di Sandokan capo dei Casalesi, mette fine a una tragica buffonata che ha animato talk show, interpellanze parlamentari, vibranti denunce, richieste di impeachment – tanto per cambiare – nei confronti del presidente della Repubblica. Ancora l’altro ieri su un sito si poteva leggere il comunicato di un tizio di non so quale comitato della “Terra dei fuochi” che ricordava “il segreto di stato posto sui verbali di Schiavone di fronte a una commissione parlamentare, per nascondere la notizia delle scorie nucleari interrate”. Una balla assoluta, anzi due. Intanto delle scorie radioattive di cui ha parlato Schiavone non è mai stata trovata traccia. Ieri perfino il Fatto ne dava conto ai lettori. Inoltre non c’era nessun segreto di stato su quei verbali ma il segreto istruttorio voluto dalla procura Antimafia per coprire indagini all’epoca in corso. E ieri Roberto Saviano lo spiegava correttamente su Repubblica. Vi ricordate quanti talk-show hanno esibito povere donne urlanti il dolore per la morte dei figli e la rabbia contro i politici che avevano segretato la notizia delle scorie? E vi ricordate poi come l’inquadratura passava sul volto del camorrista pentito che declamava: “Io sono un delinquente, ma lo stato è peggio”? Il che, fra parentesi, aveva l’effetto di uno spot per la camorra. E fra gli astanti c’era sempre qualcuno che sicuramente sapeva che quella era una balla che rischiava di danneggiare denunce vere e gravi, ma taceva. Questa rubrica ve lo aveva sempre detto, in perfetta solitudine turbata solo da qualche insulto.


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