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Nell'era woke

Anche l'Italia si attiva (a sinistra) contro i blocker

Marina Terragni

Se nel resto del mondo sono quasi esclusivamente i conservatori a mobilitarsi contro il blocco farmacologico della pubertà, in Italia a muoversi sono due donne di sinistra: "Il Servizio sanitario nazionale definisca le linee guida"

Accendere i riflettori anche in Italia sul blocco farmacologico della pubertà in bambine e bambini con disforia e/o con comportamenti non conformi al genere e definire urgentemente linee guida per l’assistenza a questi minori: è la richiesta di Luana Zanella, capogruppo di Alleanza Verdi-Sinistra  e vicepresidente della commissione Affari sociali della Camera, dopo lo scandalo WPATH e dopo che il Servizio sanitario inglese (Nhs) ha definitivamente vietato la somministrazione dei puberty blocker ai ragazzi gender non-conforming.

In seguito alla svolta inglese anche in Francia la cosiddetta terapia affermativa è all’attenzione della politica: un gruppo di senatori repubblicani ha annunciato una proposta di legge per interdire interventi medici e chirurgici per la transizione dei minori e l’Haute Autorité de Santé (Has) pubblicherà le sue raccomandazioni entro l’anno. In Germania un rapporto dei Servizi scientifici del Bundestag ha riconosciuto da tempo che “l’uso dei bloccanti della pubertà è oggetto di un dibattito controverso in tutto il mondo” allineandosi alla cautela del Grande Nord e di una ventina di stati Usa, ultimo il Wyoming che il 7 marzo ha votato una proposta di legge contro blocker e chirurgia – Senate File 99 – che in mancanza di veti entrerà in vigore a giorni.

“È necessario e urgente che il nostro Servizio sanitario nazionale definisca linee guida – ha detto Zanella – vista la mancanza di dati certi e l’assenza di evidenze scientifiche sull’efficacia dei farmaci che bloccano lo sviluppo della pubertà”. La commissione Affari sociali ha accettato di discutere e votare la risoluzione presentata insieme alla piddina Marianna Madia. L’anomalia sta proprio qui: se in tutto il mondo sono quasi esclusivamente i conservatori ad attivarsi politicamente contro uso e abuso dei blocker, in Italia stavolta si muovono due donne di sinistra in relazione – soprattutto Zanella – con il femminismo gender critical. Sarà interessante osservare le reazioni nei rispettivi partiti, finora altalenanti tra favore e ignavia sulla questione.   
 

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