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Bandiera Bianca

A Parigi si impone l'inclusione a discapito del merito

Antonio Gurrado

La polizia francese è intervenuta per sospendere la battaglia degli abeti, tradizione goliardica di due grandi licei rivali. Ma se si eliminano le peculiarità degli istituti eccellenti sparisce la voglia di studiare un po' di più

A Parigi, la polizia è intervenuta per sospendere la battaglia degli abeti, tradizione goliardica che da tempo immemorabile si perpetua fra i due grandi licei rivali, l’Henri IV e il Louis-le-Grand (in rigoroso ordine alfabetico). Se elencassi anche solo i principali fra i rispettivi alunni celebri, esaurirei tutto lo spazio per questa paginetta virtuale e forse manderei in tilt il sito del Foglio, quindi mi limiterò a una considerazione al volo. La battaglia – pacifica e svolta con l’assenso della municipalità, che sovente lascia apposta degli abeti recisi, già pronti a essere portati via come bottino dai due gruppi di scolari – si fonda sul presupposto dell’extraterritorialità dell’istruzione di eccellenza.

Vale a Parigi come a Cambridge, a Oxford come a Pavia o nelle altre città italiane ed europee che nei secoli hanno dato grande risalto alla formazione dei più talentuosi: agli studenti cui era richiesto un impegno in sovrappiù rispetto all’andazzo del sistema educativo, venivano consentite valvole di sfogo vigilate e in sostanza innocue, dall’effetto tanto catartico quanto pittoresco. L’intervento della polizia a Parigi segna forse la fine di quest’extraterritorialità, sulla base dell’ormai assodata affermazione di un principio egualitario: imporre l’inclusione anche a discapito del merito, eliminando le peculiarità degli istituti eccellenti e, di conseguenza, decurtando qualsiasi incentivo sociale possa indurre dei giovani a studiare un po’ di più del minimo sindacale. E così, sparisce anche la battaglia degli abeti. Ci resteranno soltanto quelle degli analfabeti.

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