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Bandiera Bianca

L'anti Greta Thunberg ha chiesto asilo agli Stati Uniti di Trump

Antonio Gurrado

Non sentendosi più protetta dal suo paese, come se in Germania non avessero di meglio da fare che pensare alle frottole ambientaliste o antiambientaliste, Naomi Seibt vuole andare negli States, ritenendoli più confacenti alla propagazione di opinioni personali sommarie e provocatorie

È mia intima convinzione che abbiamo deciso di ripercorrere la storia a ritroso, tornando dalla democrazia globalizzata postmoderna ai grandi nazionalismi vigorosi, e di lì mirando dritto verso il Medioevo più selvatico, passando per gli stadi intermedi del colonialismo ardito, del dispotismo illuminato, delle monarchie personalistiche, dell’oligarchia di signorotti che fanno il bello e il cattivo tempo sui loro potentati. Solo che abbiamo studiato poco, quindi ogni tanto retrocediamo in disordine e alla rinfusa, in barba a ogni contrordine cronologico. Leggo sui giornali, ad esempio, una storia che sembra provenire dritta dritta dal Seicento: quella di Naomi Seibt, passionaria tedesca antiambientalista, e come tale rapidamente assurta a contraltare di quell’altra passionaria uguale e contraria che si chiama Greta Thunberg;

Naomi Seibt, non sentendosi più protetta nell’attuale contesto politico della Germania, come se in Germania non avessero di meglio da fare che pensare alle frottole ambientaliste o antiambientaliste, ha chiesto asilo agli Stati Uniti di Donald Trump, ritenendoli più confacenti alla propagazione di opinioni personali sommarie e provocatorie. Non ha torto, ma non è questa una notizia che sarebbe stata benissimo nell’epoca delle grandi rivendicazioni sul consenso? Quel tempo lontano in cui, se un sovrano non stava bene ai sudditi, costoro andavano a procurarsene uno all’estero, oppure, se dei sudditi non stavano bene al sovrano, venivano mandati a cercar fortuna dall’altro lato dell’Oceano? Vedete dunque cosa accade a tenere i libri di storia aperti di fianco ai quotidiani: ciò che a prima vista sembra l’ennesimo capriccio di una influencer si rivela per quel che è, un clamoroso caso di eterogenesi dei fini, un segno del lento ma implacabile incedere delle nostre magnifiche sorti, e regressive.

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