Dina Ercilia Boluarte Zegarra (foto Ap, via LaPresse) 

Bandiera Bianca

Cosa non va nelle motivazioni della destituzione della presidente del Perù

Antonio Gurrado

Dina Ercilia Boluarte Zegarra è stata sottoposta a impeachment per “incapacità morale permanente”, accusa tanto più grave se si analizza il significato di ogni singola parola

Non capisco nulla di politica peruviana, quindi mi perdonerete se mi limito a un’analisi lessicale riguardo alla destituzione di Dina Ercilia Boluarte Zegarra. La prima presidentessa del paese sudamericano è stata infatti sottoposta a impeachment per “incapacità morale permanente”, accusa tanto più grave se si analizza il significato di ogni singola parola.

Anzitutto, “morale”: è la spia della pretesa, da parte dei governati, che i governatori siano buoni; è la testimonianza che gli elettori continuano a vivere in un mondo fatato in cui gli eletti sono sant’uomini, o in un passato immaginario in cui a chi detiene la sovranità spetta il compito di benefico elargitore; è la prova che Machiavelli è stato definitivamente sconfitto. Quindi, “incapacità”: significa che la presidentessa non è malvagia perché lo desidera, bensì perché proprio non riesce a seguire un’etica; sottintende l’ammissione che non sia in grado di comportarsi bene allo stesso modo in cui un sordo non è capace di sentirci o un daltonico di distinguere il rosso. E allora, perché fargliene una colpa? Infine, “permanente”. È ovvio che tutti noi siamo incapaci morali, prima o poi, chi più chi meno; ci sono delle buone azioni che non riusciamo a compiere, nonostante gli sforzi, e ci sono delle abiezioni alle quali non siamo capaci di resistere; è il legno storto dell’umanità, di cui scriveva Kant e di cui tanto si è parlato proprio su questo quotidiano. Ciò nondimeno, ciascuno di noi cerca di emendarsi e di cavarsela come può, dibattendosi fra alti e bassi, dando per scontato il presupposto che la nostra incapacità morale, per quanto costante, non vada considerata irrimediabile, altrimenti diverremmo dei reietti. Troviamo permanente soltanto l’incapacità morale degli altri.

Di più su questi argomenti: