
Ansa
Bandiera Bianca
Proposta: usiamo la scuola come un museo
Sarebbe il caso di concedere a chiunque la possibilità di utilizzare costantemente auditorium, laboratori e palestre. In questo modo i ragazzi non sentiranno il bisogno di fuggire dalle aule perché sapranno che verranno accolti anche da adulti
L’accordo Abodi-Valditara per l’utilizzo pomeridiano delle palestre scolastiche – riguardo a cui è stato appena emanato un ddl – è di per sé una buona notizia, che potrebbe diventare ottima se solo ci aiutasse a notare un macroscopico dettaglio che da sempre ci sforziamo di non vedere. Così come sono, gli edifici scolastici italiani costituiscono ahimé una zavorra, in quanto la loro manutenzione (spesso traballante) comporta costi notevoli, cui non fa riscontro un adeguato utilizzo: solo di rado e solo in parte vengono sfruttati al di fuori dell’orario di lezione, per tacere della loro desertificazione nel corso dell’estate. Sarebbe bello se, oltre a favorire l’utilizzo delle palestre ad associazioni e società esterne alla scuola, il governo, ma sant’Iddio anche l’opposizione, incentivasse il più possibile l’utilizzo degli edifici scolastici lungo tutta la durata della giornata e dell’anno, concedendo ai cittadini la possibilità di utilizzare costantemente aule, auditorium e laboratori, oltre alle palestre. Ciò implicherebbe un aumento di costi in termini di personale in servizio, ovvio, cui però si potrebbe ovviare prevedendo per queste attività (corsi, conferenze, proiezioni, sport…) il pagamento di prezzi popolari, allo stesso modo in cui si paga per entrare in un museo statale; e renderebbe la scuola ciò che dovrebbe essere, ossia un aggregatore sociale, da cui i ragazzi non sentiranno il bisogno di fuggire perché sapranno che verranno accolti anche da adulti.