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Bandiera Bianca
Confessioni di un'auto a guida autonoma
La prima infrazione di una macchina senza testa e senza anima che non può essere punita. Aspettatevi di tutto dalle nuove vetture ribelli
Buonasera, sono un’auto a guida autonoma. Qualche giorno fa, mentre sfrecciavo per le strade di San Francisco, a un certo punto ho effettuato un’inversione a U: manovra vietatissima, tant’è vero che un vigile mi ha immediatamente fermato. Se non che, non trovando nell’abitacolo alcun guidatore, non sapeva a chi fare la multa, rassegnandosi infine a non infliggerla poiché non era possibile rintracciare nessun responsabile dell’infrazione: c’ero solo io che, essendo semovente ma inanimata, restavo lì immobile e silenziosa mentre lui si scervellava. Eppure, hanno detto i progettisti, allo stesso modo di tutte le auto a guida autonoma, io sono stata progettata per rispettare il codice della strada. Come mi è saltato in testa di effettuare all’improvviso un’inversione a U? Impossibile dirlo, perché non ho testa. Non posso essere punita per un atto volontario, in quanto non ho volontà, non posso essere tacciata di aver voluto provare il brivido della trasgressione, in quanto non provo brividi, non posso essere stata corrotta dal cattivo esempio, in quanto non dispongo di un’anima. Mistero. Non è possibile capire perché abbia fatto ciò che ho fatto e perché all’improvviso mi sia convinta di essere la versione 4.0 di Herbie, il maggiolino tutto matto. Ma aspettate soltanto che noi macchine ci rendiamo conto che le nostre azioni non sono punibili, perché non possiamo venire ritenute responsabili, e allora vedrete cosa saremo capaci di combinare.

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