
Ansa
Bandiera Bianca
Capire un vermentino da 1800 euro
Nel clamore mediatico attorno al femminicidio di Cinzia Pinna, l’attenzione si è spostata su una bottiglia di vino di lusso, trasformando un dettaglio secondario in un indizio sufficiente a ritenere tale il colpevole Ma quel vermentino sproporzionato può insegnare qualcosa: riconoscere i limiti dei nostri sensi e del desiderio
Nella triste storia dell’assassinio di Cinzia Pinna spicca, sulle pagine dei quotidiani, l’attenzione concentrata sulla produzione vinicola del reo confesso e, in particolare, sull’ormai famigerata bottiglia di vermentino da milleottocento euro. A giudicare dalla disposizione dei titoli e dall’insistenza sulla cifra parrebbe quasi che la vendita di un bene di consumo a un prezzo tanto elevato fosse di per sé indizio sufficiente a ritenere tale il colpevole, la spia di un vizio che avrebbe portato ineluttabilmente al femminicidio. È ovvio che non è così. Credo però che l’incongruo dettaglio – che pure rischia di stornare l’attenzione del pubblico dal centro focale del dramma, cioè un’altra donna uccisa – riesca a insegnarci qualcosa. Mi sono sempre chiesto infatti (bevo senza esserne esperto) se non ci sia un limite massimo alla qualità di un vino; se insomma, detto in termini matematici, una bottiglia da milleottocento euro sia effettivamente dieci volte più buona di una da centottanta e cento volte più buona di una da diciotto.
E mi sono risposto (sempre bevendo senza esserne esperto) che il mio palato è in grado di distinguere la qualità di una bottiglia da diciotto euro e una da centottanta, quando qualcuno me la offre, ma il mio discernimento si ferma da qualche parte intorno alle centinaia di euro, non riuscendo a comprendere quanto più buona in proporzione possa essere una bottiglia da milleottocento, diciottomila, centottantamila euro. Mi sembra chiaro (avendo bevuto senza esserne esperto) che quest’incapacità dipende dalla non trascurabile circostanza che i nostri sensi siano limitati, essendo in grado di percepire la realtà fino a un certo punto di dettaglio e non oltre; rendersene conto, accontentandosi del vermentino da diciotto euro o tutt’al più da centottanta, è un modo per accettare che siamo limitati noi stessi, che non possiamo desiderare tutto, che non possiamo avere tutto, che non dobbiamo uccidere nessuno.
