
bandiera bianca
Il lato B di Maria Antonietta
Una mostra a Londra rivela un volto diverso della sfortunata regina di Francia: non solo arpia e vessatrice del sovrano, come appare nelle stampe e nei pamphlet d'epoca, ma piuttosto precoce incarnazione del moderno empowerment
Chi ha tempo e soldi domani può andare all’inaugurazione della mostra su Maria Antonietta e il suo stile, al Victoria & Albert Museum di Londra. Dalle scarpine gelosamente conservate agli abiti di Lanvin ispirati a lei, dalla coppa per l’allattamento ricalcata sul suo seno a sfarzosi collier e ghigliottine arrugginite, la mostra promette di essere l’ultimo grido in materia di feticismo, pardon, di oggettistica relativa alla sfortunata regina di Francia. Figlia di Maria Teresa d’Austria, la prima donna a diventare imperatrice, Maria Antonietta coltivò le arti, perseguì la bellezza, si mostrò pragmatica e di polso mentre suo marito tentennava allo scoppio della rivoluzione francese, si mantenne fedele per tutta la vita alle proprie amicizie giovanili ed esplorò una sessualità fluida e anticonvenzionale. Era, insomma, una precoce incarnazione del moderno empowerment: peccato però che le stampe e i pamphlet d’epoca (esposti nella mostra) la presentassero unanimemente come arpia e come nemica della Francia, come scialacquatrice e come vessatrice del sovrano, come pervertita e come puttana, il tutto per giustificarne il processo sommario e la tardiva, superflua decapitazione. Fare una gita a Londra e visitare la mostra al Victoria & Albert è dunque anche l’occasione per toccare con mano, caso mai non si fosse capito, che ottusi, che retrogradi, che ipocriti perbenisti possono essere i rivoluzionari.