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Bandiera bianca

La non monogamia etica va forte negli Stati Uniti ma è uno stress

Antonio Gurrado

Poliamore e coppie aperte non sono più un fenomeno di nicchia in America. Cosa succede in Italia e perché tra regole e obblighi è meno faticosa una relazione monogama

Scrive il New York Magazine che la non monogamia etica, negli Stati Uniti, ormai non è più un fenomeno di nicchia. La notizia, tuttavia, va accolta con tre caveat.

Il primo è che la non monogamia etica contempla tanto il poliamore – ovvero le relazioni stabili costituite da più di due persone con vaie gradazioni e sfumature – quanto la coppia aperta, ossia le relazioni a due in cui lei è libera di andare con chi vuole e lui lo accetta di buon grado, così come lui è libero di andare con chi vuole e lei si incazza. Secondo, negli Stati Uniti mangiano il bacon glassato al cioccolato, quindi occhio a dare per scontato che una tendenza d’oltreoceano sia agevolmente importabile qui. Da ultimo però, e soprattutto, attenzione all’aggettivo “etica”, che significa il contrario di “estetica” e impone il dovere anziché favorire il piacere. Vuol dire che, per instaurare una relazione non monogama, bisogna definire obblighi e proibizioni, ruoli e ritualità, con tutta una serie di cavilli che non solo uccidono libertà e trasgressione ma, nel caso del poliamore, implicano la convocazione di summit che al confronto il medio oriente è nulla, mentre, nel caso della coppia aperta, manca poco che prevedano la presentazione di moduli in carta da bollo presso l’Agenzia delle Entrate. Bisogna insomma sottostare a un tale groviglio di lacci e lacciuoli che quasi quasi, etica per etica, forse è meglio la monogamia: si fa meno fatica.

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