bandiera bianca

Le femministe che difendono le donne dal femminismo

I Nebulossa rappresenteranno la Spagna all'Eurovision con la canzone "Zorra", termine ingiurioso e sessista che ha fatto indignare le femministe. Ma la cantante e autrice del brano, donna anche lei, ci ha tenuto a spostare l'attenzione collettiva dal titolo al testo

Antonio Gurrado

Credevo fosse un misto fra il celebre vendicatore mascherato e quella vampira dei fumetti erotico-horror; viene fuori invece che “Zorra”, titolo del singolo con cui i Nebulossa rappresenteranno la Spagna all’Eurovision, si colloca nel campo semantico più o meno all’incrocio fra stronza e troia, fra cagna e porca. Collocazione ben poco lusinghiera, che giustamente ha indignato le femministe iberiche, per nulla contente che la propria nazione possa rendere di largo consumo in tutto il continente un termine ingiurioso e sessista. Se non che la cantante e autrice del pezzo, Mery Bas, è donna anch’essa e ci ha tenuto a spostare l’attenzione collettiva dal titolo al testo: secondo cui, se stai da sola, ti chiamano zorra, se ti diverti, ti chiamano zorra, se fai questo o se fai quello, ti chiamano comunque zorra. È, in sostanza, la versione femminista del “ti tirano le pietre”, e l’intento della canzone è far sentire le donne più forti, mica insultarle. Se ne deduce che si è verificata una mutazione genetica, da cui è nata una nuova specie, evolutissima, di femministe: quelle che difendono le donne dal femminismo.

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