Un contestatore con in mano una Bibbia al Pride di Londra nel 2019 (foto di Claire Doherty/In Pictures viaGetty Images) 

bandiera bianca

Evviva la “Bibbia queer”

Antonio Gurrado

Le Edizioni Dehoniane di Bologna portano in edicola in traduzione il volumone americano. È consolante vedere che in libreria riappare l’esegesi. Pazienza se accade a opera di interpreti tacciabili di appiattimento sulla cosiddetta ideologia gender

Evviva la “Bibbia queer”! Evviva il volumone americano che le Edizioni Dehoniane di Bologna portano in edicola in traduzione, dove ogni singolo libro dell’Antico e del Nuovo Testamento viene esaminato alla ricerca degli aspetti relativi non solo alla sessualità ma anche alla realizzazione di sé, alla felicità, al rapporto con il prossimo, alla liberazione dal potere costituito e dalle pastoie del tempo corrente. Pazienza se abbondano le tirate ideologiche, e se qualche passaggio inevitabilmente potrà scandalizzare i cuori o, peggio, non convincere i cervelli. In un secolo caratterizzato dal fatto che la Chiesa sembri provare vergogna dei testi sacri, un’era in cui dal Papa in giù si preferisce citare Greta Thunberg anziché Samuele o Malachia, un’epoca in cui la religione smussa e smorza il sovrannaturale come per timore di farsi scoprire, è consolante vedere che in libreria riappare l’esegesi, che ritorna in auge l’antico stile del commentario reso immortale da Filone Alessandrino e da dom Calmet, che si parla senza remore di apocalisse, che si dedicano pagine e pagine alla ruminazione del Levitico e del Siracide. Pazienza, ripeto, se accade a opera di interpreti non allineati e tacciabili di appiattimento sulla cosiddetta ideologia gender: lo Spirito soffia dove vuole.

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