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Bandiera Bianca

Cosa hanno in comune l'armocromista di Schlein e l'agenda con stellina di Meloni?

Antonio Gurrado

La vera e valida azione di un governante, nel bene o nel male, non regge ai secoli: rimane solo il dettaglio curioso. E dunque i nostri si portano avanti, riducendosi sin d’ora a quei quattro aneddoti che dei tempi nostri la storia si ricorderà

Ma alla fine cos’hanno in comune l’armocromista di Elly Schlein, il tapis roulant su cui Salvini esulta guardando il Milan, l’agenda con stellina di Giorgia Meloni, e poi ancora il chiodo di Renzi, il subbuteo di Enrico Letta, il Maalox di Beppe Grillo? La prevalenza dell’aneddoto sulla politica, che per inconsistenza preferisce farsi osservare al microscopio anziché al cannocchiale. In ciò non ci siamo molto evoluti rispetto agli antichi romani. Stefano Tonietto, membro dell’Oulipo italiano, in un libricino da sganasciarsi pubblicato da Exorma in cui parodizza Svetonio inventandosi “Altri dodici Cesari”, fa notare che oggidì l’uomo istruito “ricorderà che Caligola fece senatore il proprio cavallo, che Nerone incendiò Roma, che Vespasiano inventò i pubblici orinatoi. La vera e valida azione di un governante, nel bene o nel male, non regge ai secoli, rimane solo il dettaglio curioso, magari non verificato, il luogo comune; così verrà forse un’epoca futura in cui le masse ricorderanno di Napoleone soltanto che rubò la Gioconda, di Churchill che mostrava V con le dita, di Mussolini che faceva arrivare i treni in orario”. Quindi – esaltando la passione di Giorgia Meloni per la cancelleria da seconda media, il tentativo di Salvini di smaltire la Nutella davanti alla Champions, i raffinati abbinamenti di Elly Schlein – la politica si mette avanti, riducendosi sin d’ora a quei quattro aneddoti che dei tempi nostri la storia si ricorderà.

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