Dino Buzzati (Olycom)

bandiera bianca

Non è Buzzati che andava male a scuola, è la scuola di oggi che fa andare bene tutti

Antonio Gurrado

La riesumazione delle sue pagelle dagli archivi del liceo Parini presenta un Buzzati Traverso Dino che – scrivono i giornali – andava così così. Ma cent’anni fa una pagella con tutti sei e sette era più che dignitosa. Anzi, era buona

No, Dino Buzzati non andava male a scuola. La riesumazione delle sue pagelle dagli archivi del liceo Parini presenta un Buzzati Traverso Dino che – scrivono i giornali – andava così così, aveva voti modesti: sette in greco e latino, sei in italiano e matematica. In realtà basta ampliare lo sguardo per scorrere l’elenco dei candidati e accorgersi che (a parte un tal Brambilla che doveva essere insopportabile, con quella sfilza di otto) nel quadro dei voti abbondano i cinque, i quattro, i tre, mentre faccio fatica a scovare un nove e credo che il dieci fosse un numero inesistente. Quindi cent’anni fa una pagella con tutti sei e sette era più che dignitosa; era buona, anzi. Oggi, invece, se Dino Buzzati prendesse tutti sei e sette significherebbe che sa il grosso delle declinazioni (sette in latino e greco) e se la cava a non fare troppi errori di grammatica e a dimostrare mezzo teorema (sei in italiano e matematica). No, non è Dino Buzzati che andava male a scuola, è la scuola che poi ha deciso di far andare bene tutti. E se Dino Buzzati la frequentasse adesso, di fronte a un sei o a un sette protesterebbe per il voto modesto, accuserebbe il professore di averlo in antipatia, schiererebbe genitori, medici e psicologi per ottenere esoneri o arrotondamenti – e non diventerebbe Dino Buzzati.

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