(foto Ansa)

BANDIERA BIANCA

Dalla reductio ad Hitlerum alla reductio ad Putinum? No

Antonio Gurrado

Il Convitto Nazionale di Salerno ha dichiarato di aver annullato la presentazione del libro di Schiavone e Galli della Loggia per non essere coinvolto in “azioni di parte”. Ma non è censura, dietro c'è altro. Ed è anche peggio

Forse scomodare “la Russia di Putin”, come fa Aldo Schiavone sul dorsetto napoletano del Corriere, è un po’ eccessivo. In fin dei conti lui stesso ammette trattarsi di “una cosa di per sé quasi insignificante”: l’annullamento della presentazione del libro che ha scritto con Galli della Loggia, “Una profezia per l’Italia”, al Convitto Nazionale di Salerno. Motivo, alcuni dei relatori e Schiavone stesso avevano rivolto a Enrico Letta un appello ostile a Vincenzo De Luca. Di censura proprio non si tratta, visto che per fortuna viviamo in un paese in cui se accade una cosa del genere ne parlano i giornali e, se per cause oscure viene annullata la presentazione di un libro o una lezione su Dostoevskij, la si recupera da mille altre parti.

Quindi non c’è bisogno di sostituire alla classica reductio ad Hitlerum un’innovativa reductio ad Putinum per spiegare la scelta del rettore del Convitto Nazionale, che ha dichiarato di aver annullato la presentazione per non essere coinvolto in “azioni di parte”. Spiegazione singolare, considerato che se si invita qualcuno a parlare inevitabilmente dovrà schierarsi in un modo o nell’altro, pro o contro un’idea politica, una tendenza scientifica, una teoria sociale, un criterio estetico… Macché. La timidezza del rettore del Convitto Nazionale non è censura, solo la conferma di un caposaldo della cultura italiana: alle presentazioni dei libri si può parlare quanto si vuole, purché a patto di non dire niente.

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