BANDIERA BIANCA

L'incoerente risposta cristiana al Festival di Sanremo

Antonio Gurrado

A fare da controcanto alla kermesse sanremese, arriva il Festival della canzone cristiana, esorcismo contro le frivolezze. E presenta come headliner una vecchia conoscenza

Nella mia vita ho pensato che il Festival di Sanremo fosse molte cose: noioso, rassicurante, specchio del Paese, kitsch sublime, soporifero (a parte la farfallina famosa), pietra miliare, prevedibile, pour parler, male necessario.

Mai tuttavia avevo pensato che fosse blasfemo: l'ho scoperto oggi, alla notizia che per contrastare tale blasfemia è stato istituito un apposito Festival della canzone cristiana, nella stessa città e nelle stesse date. Di controfestival ce n’è stati a bizzeffe – particolarmente dimenticabile quello snob organizzato a Mantova mentre all’Ariston imperversava Tony Renis – e forse, se si voleva garantire più visibilità alla canzone cristiana, sarebbe stato meglio evitare la sovrapposizione di tempo e di luogo. Pare però si tratti proprio di un esorcismo, di un vade retro Festival, allestito per far garantire che i Fiorello e gli Amadeus non praevalebunt.

Se non che chi invitano come punta di diamante del Festival della canzone cristiana? Frate Cionfoli, proprio lui, che deve la propria notorietà all’essersi esibito sul palco del Festival di Sanremo, quel tizzone d’inferno.

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