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bandiera bianca

Il valore della carta

Antonio Gurrado

Se la decadenza dello stile letterario dipendesse dai programmi di videoscrittura? Ipotesi 

E se alla fine fosse solo questione di carta? In una videointervista del 1986, Thomas Bernhard rivelava: “Scrivo solo su carta di porcellana. Una pagina costa quattro scellini e ottanta. La carta più cara in assoluto” (trovate le sbobinature nel libro Adelphi “Thomas Bernhard: un incontro”). Al cambio attuale, sarebbe un euro ogni tre fogli, ma considerate che era più di trent’anni fa. Non contento, su ciascun foglio Bernhard scriveva una sola frase: “E ora pensi che l’ultimo libro ha, credo, seicentoquaranta pagine – sono diecimila fogli di carta a quattro scellini e ottanta l’uno”.

 

Coi nostri conti della serva, arriviamo a tremilatrecento euro investiti in sola carta per scrivere un libro. Non sorprende che Bernhard ponderasse ogni frase anche quattro o cinque settimane, dunque non sorprende che scrivesse quasi solo capolavori. Più estremista ancora, Giancarlo Buzzi – sottovalutato aedo della Milano industriale – in una conversazione privata auspicò che ciascuno ricevesse alla nascita un quantitativo limitato di carta, da utilizzarsi per la scrittura così come per tutte le altre funzioni possibili; era evidentemente stanco di dover leggere manoscritti insensati a bizzeffe, che per giunta tiravano per le lunghe. Con questi presupposti, è inevitabile concludere che la decadenza dello stile letterario dipenda dai programmi di videoscrittura, che mettono a disposizione dell’utente, in forma sostanzialmente gratuita, un quantitativo infinito di carta virtuale su cui scrivere ciò che si vuole. Altro che Thomas Bernhard, altro che capolavori.

 

Se proprio volete scrivere un romanzo, vi propongo allora questo stratagemma. Andate in cartoleria e comprate il taccuino più costoso in vetrina, che costi almeno ventotto euro. Scriveteci il vostro romanzo e, se vi pare bello, ricopiatelo al computer e speditelo alle case editrici. Dovessero pubblicarvelo, metterebbero ogni copia in vendita a un prezzo indicativo di diciotto euro, dieci in meno del taccuino vuoto. Se l’aveste scritto direttamente su Word vi sembrerebbe un grande successo ma, grazie al costoso acquisto, saprete in cuor vostro che la vostra scrittura ha fatto perdere alla carta un terzo del valore. E adesso decidete se vi conviene scriverlo davvero, quel romanzo.

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