Bandiera Bianca

Le (nuove) vacanze a Cortina

Antonio Gurrado

L'attrattiva della località sulle Dolomiti adesso è un lavoro come sacrestano, tutt'altro rispetto alle tappe sceneggiate dai fratelli Vanzina. Significa che la chiesa viene vista come istituzione più solida e affidabile quando c’è da sbarcare il lunario

Il concetto di vacanze di Natale a Cortina si è evoluto drasticamente rispetto alle varie storiche tappe sceneggiate dai fratelli Vanzina nel 1983, nel 2000, nel 2011. Leggo infatti sul dorsetto bellunese del Corriere che sotto Natale, in una chiesa di Cortina d’Ampezzo, si è reso vacante numero 1 (uno) posto di sacrestano e che, per riempirlo, al parroco sono già arrivate 456 (quattrocentocinquantasei) domande. Per quanto possa colpire l’aspetto pittoresco, il dato di fatto che risalta è la sproporzione fra l’esigua offerta e l’esorbitante domanda, tale che, dopo l’esame dei curriculum che il parroco ha promesso attentissimo, comunque in quattrocentocinquantacinque resteranno insoddisfatti. E, per quanto qualcuno possa essere tentato di fare ironia (bella vita, il sacrestano a Cortina; più o meno come il campanaro a Palma di Maiorca), la notizia significa che a Cortina e dintorni quasi cinquecento persone ritrovatesi senza lavoro e/o senza soldi si sono appigliate a un posticino desueto la cui vacanza, in tempi più lauti e vanzineschi, sarebbe forse passata inosservata.

 

Significa anche che, in tempo di crisi, la Chiesa viene vista come istituzione più solida e affidabile quando c’è da sbarcare il lunario; e che magari, in un presente senza certezze, un lavoro anche solo lontanamente legato al benessere spirituale altrui, per non dire all’ultraterreno, garantisce più appeal della fede nei ristori, nel recovery fund o nella ricaduta sociale del bonus monopattini.