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Gli italiani non leggono i quotidiani perché sono troppo ricchi?

Antonio Gurrado

Non è vero che le edicole vendono meno quotidiani cartacei perché costano troppo. In "Lo stradone” di Francesco Pecoraro, le ragioni di una disaffezione

Non è vero che le edicole vendono meno quotidiani cartacei perché costano troppo; le edicole vendono meno quotidiani cartacei perché gli italiani sono diventati ricchi. Me lo ha fatto notare questo brano de “Lo stradone”, romanzo di Francesco Pecoraro (edizioni Ponte alle Grazie) talmente bello e disperato da non essere stato nemmeno lontanamente preso in considerazione per la cinquina dello Strega: “La carta dei giornali peninsulari era importante, serviva per il pesce, per le uova, avvolte una per una perché non si rompessero, serviva spesso come carta igienica, serviva per pulire i vetri, come primo involucro per stoviglie e vasellame, per asciugare i pavimenti quando, succedeva di frequente, pioveva dai tetti post-guerreschi”. Acquistando un giornale in edicola gli italiani compravano tutte le sue vite successive alla sua scadenza e riconoscevano all’oggetto cartaceo il diritto di permanere sotto varie forme, di aiutarli nella dura vita. Oggi chi dice “tanto lo leggo su internet che è gratis” sta ammettendo di voler pagare stracci, involucri, imbottiture anche a peso d’oro.

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