Diane Abbott (foto LaPresse)

Il cortocircuito politico sul mojito di Diane Abbott

Antonio Gurrado

L'esponente laburista si scusa dopo essere stata sorpresa a bere alcol sui mezzi pubblici. Tabloid scatenati. E il popolo che dice?

Perché i tabloid si sono scatenati per una donna sorpresa a bere un mojito da asporto sui mezzi pubblici di Londra? Perché la donna è Diane Abbott, ministro dell'interno nel governo ombra, quindi la polemica si è incentrata sul fatto che, se trasgrediscono la legge i politici che dovrebbero mirare a farla rispettare, chissà dove andremo a finire. In realtà l'aspetto interessante è un altro, meno superficiale. La Abbott è una esponente del partito laburista, che in quanto partito di sinistra dovrebbe favorire l'ingerenza del pubblico nell'iniziativa privata (senza contare le solide radici moraliste del partito, fondato poco più di un secolo fa da un gruppo di metodisti). Tuttavia chi difende la Abbott argomenta che dopo una settimana di lavoro bisognerebbe essere liberi di trasgredire un tantinello, anche in barba alle regole se con buon senso, e un mojito che sarà mai?

 

 

La legge che proibisce il consumo di alcol sui trasporti urbani è invece stata firmata tempo fa da Boris Johnson, notorio esponente dei tory che, in quanto partito di destra, dovrebbe difendere la libertà privata dalle imposizioni pubbliche, a maggior ragione per chi appartiene a una élite che saprà ben regolarsi per conto proprio (senza contare che lo stesso ex sindaco ha un passato da dandy trasgressivo ai tempi di Oxford). Tuttavia chi ha preteso le scuse della Abbott lo ha fatto in nome di un principio egualitario secondo cui, se si ammette anche una sola deroga alla normativa, la metropolitana di Londra finirà per brulicare di spiantati ubriachi in un batter d'occhio. E il popolo, in tutto ciò? Di fronte a cotanto cortocircuito politico si è scoperto dilaniato fra due istinti contraddittori: scandalizzarsi e fare spallucce, tuonare che se tutti fanno così è un disastro ma mormorare che prima ho poi l'hanno fatto tutti, esigere intransigenza verso chiunque a patto di rivendicare un occhio di riguardo per sé.

 

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