Sette giudici in Germania hanno deciso che dirsi maschio o femmina è limitante
La Costituzionale federale tedesca ha chiesto al legislatore di valutare l’eliminazione definitiva dell’abitudine di associare gli individui a un sesso
C’è un giudice a Karlsruhe, sede della Corte Costituzionale federale, il quale ritiene che le persone debbano appartenere a uno di due generi: maschile o femminile. Ci sono però altri sette giudici a Karlsruhe, anche loro membri della stessa alta corte, i quali la pensano diversamente e hanno sancito a maggioranza che, entro la fine del 2018, i legislatori dovranno consentire che in Germania sia riconosciuto nel registro delle nascite anche chi non sente di appartenere a nessuno dei due generi consueti. C’erano altri giudici, sempre a Karlsruhe, ma membri a una corte un po’ meno alta: la Corte di Cassazione federale lo scorso anno aveva respinto l’istanza di un questionante che rifiutava di dichiararsi cittadino o cittadina, richiedendo di poter essere identificata all’anagrafe come non binaria. Per questo si è salutata la decisione in senso inverso di oggi come l’ufficializzazione – e in una nazione civile, la prima in Europa, meno lesta soltanto di Australia, Nuova Zelanda, India e Nepal nell’ammetterlo – dell’esistenza di un terzo sesso. Com’è noto tuttavia una Corte Costituzionale non può legiferare ma solo consigliare, e l’ipotesi di aggiungere alle caselle “maschio” e “femmina” una terza opzione è, appunto, solo un suggerimento. I giudici non si sono limitati a proporre di poter barrare all’anagrafe la casella “intersessuale” o “vario”. Hanno, già che c’erano, raccomandato di ponderare l’eliminazione definitiva dell’abitudine di associare gli individui a un sesso perché evidentemente, in quest’èra di solipsismo identitario, ogni appartenenza è offensiva e limitante. Ci sono giudici a Karlsruhe, i quali oggi hanno sancito che i sessi sono più di due, sono più di tre, sono uno per persona.