Avete presente quei trailer molto più belli dei film che pubblicizzano? Ecco La signora del Michigan andò a vedere “Drive” pagando regolare biglietto, e uscì dal cinema con un solo pensiero in testa: “Gli faccio causa”. Per scegliere la pellicola si era fidata del trailer, che prometteva inseguimenti in automobile. Non ce n’erano abbastanza, a suo insindacabile giudizio. Si aspettava adrenalina pura come in “Fast and Furious”, la saga decennale iniziata da Rob Cohen e Vin Diesel, corse clandestine con macchine truccate. Somma delusione: le corse in auto ci sono, ma c’è anche una gran storia d’amore. Mariarosa Mancuso 13 OTT 2011
L’elogio retorico della carta ricorda chi rimpiange le carrozze a cavallo Anni fa in una trasmissione della tv francese si trovarono faccia a faccia il critico George Steiner e l’attore Fabrice Luchini. Il primo sosteneva che leggere libri tascabili non è leggere, la vera lettura richiede edizioni rilegate (bontà sua, non aggiunse che servivano anche copertine in pelle e fregi in oro). Il secondo – figlio di immigrati italiani che a Parigi avevano una bottega di frutta e verdura – gli fece notare che aveva sempre divorato edizioni a poco prezzo, le uniche che si poteva permettere. Mariarosa Mancuso 11 OTT 2011
Ah sì, il mitico Tranströmer. Indagine su un Nobel al di sopra di ogni sospetto Eravamo preparati su Adonis, poeta siriano-libanese (eppur cittadino del mondo, come si usava dire in tempi non globalizzati, per la sua incessante partecipazione ai festival internazionali). A ridosso della primavera araba avrebbe fatto la sua figura. Ed eravamo preparati su Haruki Murakami, bravo romanziere giapponese con una passione per il jazz e i Beatles, trascinato nei pronostici del Nobel grazie al terremoto e la catastrofe nucleare di Fukushima. Gli accademici di Svezia solitamente scelgono i premiati in base a ragionamenti politici, più che letterari. Mariarosa Mancuso 07 OTT 2011
Fine del proibizionismo Dialogo tra una femminista furiosa e una spettatrice di buon senso. “Boicottate la serie tv ‘The Playboy Club’” intima Gloria Steinem, che nel 1963 grazie alle conigliette di Playboy ebbe il suo primo quarto d’ora di celebrità. Dopo una ricerca sul campo condotta in pagliaccetto con batuffolo sul fondoschiena, pubblicò su Show Magazine un articolo intitolato “I Was a Playboy Bunny”. “Sto già boicottando tante di quelle serie tv che non ho proprio il tempo di boicottarne altre” risponde Nora Ephron su Newsweek. Mariarosa Mancuso 03 OTT 2011