Mario Draghi fotografato da Oggi mentre gioca a golf

Come gioca Draghi a golf? Cronaca seria di una partita esclusiva con Mr. Bce

Giuseppe De Filippi
Posato il bazooka, preso il drive. Roma primaverile, le mimose in fiore (puntuali e non anticipate), poche persone al golf tra cui nessun banchiere o assicuratore tedesco, e Mario Draghi arriva senza alcun segno visibile di potere intorno a sé.

Roma. Posato il bazooka, preso il drive. Roma primaverile, le mimose in fiore (puntuali e non anticipate), poche persone al golf tra cui nessun banchiere o assicuratore tedesco, e Mario Draghi arriva senza alcun segno visibile di potere intorno a sé. Anzi arriva un golfista dall’aria anonima, ma evidentemente appassionato perché si dirige al campo pratica e non al campo. Insomma va dove si prova, si perfeziona, si soffre e non dove ci si diverte. Si nota solo perché arriva sacca in spalla, e neanche piccola, come ormai fanno solo i sedicenni e per obbligo i caddie delle principali gare professionistiche. Una tale rarità la sacca in spalla che non puoi fare a meno di notare anche di chi è la spalla, quella stessa persona che è su tutte ma proprio tutte le prime pagine quella mattina (e anche in molte mattine precedenti). Campo pratica e via. Abbigliamento perfetto secondo la regola del non farsi notare. Semmai il maglioncino blu a giro collo può essere vagamente marchionniano. Il gioco: ecco, il bazooka l’ha proprio lasciato. Siamo nella media del giocatore di circolo. Ma c’è impegno e volontà sopra alla media. Però andrebbe un po’ corretto l’attacco di palla, inevitabilmente arriva un po’ dall’esterno con la faccia del bastone e il colpo è un po’ vuoto, poco consistente. L’impatto è verso la punta della faccia del bastone, altra cosa che toglie solidità al colpo.

 

Succede che così i colpi siano quasi tutti con il fastidioso slice, effetto da sinistra a destra che accorcia e indebolisce la palla. Lo slice è il nemico del 90 per cento dei giocatori medi, anche quando la forza di volontà, espressa con un blocco del peso a destra e con una correzione violenta delle mani, lo trasforma nel suo alter ego: il gancetto (effetto da destra a sinistra) secco. Il presidente della Bce lotta contro lo slice con impegno. Ma, come per la crescita economica e l’inflazione, non tutto dipende dalla volontà dei banchieri centrali, per quanto bravi e coraggiosi. Il compagno di campo pratica, in uno slancio pro-euro che va oltre il ridicolo, si offre, in segno di riconoscenza italiana ed europea, di dare qualche consiglio per togliere lo slice. Si spinge perfino a promettere di farlo arrivare, con pochi accorgimenti, al mitico draw, il colpo forte, che parte alto leggermente a destra e poi piega, sempre leggermente, a sinistra. Il banchiere centrale sorride, ringrazia, e, riportando il vicino al realismo, risponde che tanto sa di non poterci mai riuscire. Ma forse si trattava solo di rinforzare un po’ il grip, la mano sinistra un po’ più forte e via, avrebbe guidato da sola verso un impatto più interno e più solido. Niente stretta! Ci mancherebbe altro, di questi tempi. Solo un grip appena più forte.

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