Fatwa laicista contro lo scrittore algerino

Redazione
La tunisina Zouari difende Daoud dall’assalto dei bianchi della gauche

Continua in Francia la battaglia attorno allo scrittore franco-algerino Kamel Daoud, vincitore del premio Goncourt per l’opera prima con “Il caso Meursault” (Bompiani), ma colpevole di aver commentato così sul Monde i fatti di Colonia: “Quello che era stato lo spettacolo sconcertante di terre lontane si trasforma in uno scontro culturale sul suolo stesso dell’occidente. Il grande pubblico occidentale scopre, nella paura e nell’agitazione, che nel mondo musulmano il sesso è malato e che questa malattia sta arrivando sulle proprie terre”. Petizioni e appelli con accuse di “culturalismo” e “islamofobia” hanno poi spinto Daoud a dire addio alla sua attività sui giornali. Tocca a una scrittrice franco-tunisina, Fawzia Zouari, difenderlo dalle colonne di Libération. Zouari sostiene che gli intellettuali che hanno attaccato Daoud sono come “i barbuti” islamisti.

 

Così, secondo lei, si riduce al silenzio “una delle voci di cui il mondo islamico ha più bisogno”. La violenza ideologica contro Daoud secondo lei nasce dal fatto che “c’è una élite di sinistra che intende fissare i criteri della buona analisi e che vuol fare di noi gli ostaggi di un contesto francese traumatizzato dalla paura di essere accusati di islamofobia”. E questi censori “si comportano da neocolonialisti, non accettando che un arabo possa contestare la tradizione musulmana”. Evidentemente ci voleva una scrittrice arabo-islamica per difendere un altro romanziere arabo-islamico dall’assalto goscista e moralista di intellettuali europei che smaniano per apparire più islamofili di tanti musulmani.

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