La pagina di Repubblica sul "paradosso dell'effetto serra"

Toh, il global warming fa bene

Piero Vietti
Contrordine, compagni catastrofisti, forse il riscaldamento globale non è la fine del mondo. Non possiamo nascondere la nostra sorpresa nel leggere ieri su Repubblica un’intera pagina dedicata agli effetti benefici dell’effetto serra.

Contrordine, compagni catastrofisti, forse il riscaldamento globale non è la fine del mondo. Non possiamo nascondere la nostra sorpresa nel leggere ieri su Repubblica – giornale che nell’ultimo decennio si è spesso fatto portavoce dell’allarmismo più spinto su clima e global warming causato dall’uomo – un’intera pagina dedicata agli effetti benefici dell’effetto serra (prima di Al Gore si chiamava così) sul pianeta Terra. Sì, quello stesso pianeta che, stando alle previsioni di un paio di lustri fa, oggi dovrebbe essere desertificato e arrosto e invece registra un aumento delle precipitazioni, una discreta stabilità nelle temperature medie registrate annualmente e soprattutto un incremento del 10 per cento delle foreste negli ultimi dieci anni. Repubblica – che cita una ricerca dell’Università del Nuovo Galles del Sud pubblicata su Nature Climate Change – parla di “paradosso”.

 

Però a ben guardare tanto paradosso non è, dato che la tanto odiata CO2, prima di essere un terribile veleno che fa alzare le temperature dell’atmosfera, è il mattone fondamentale della vita, elemento necessario agli alberi per produrre ossigeno, vivere e – appunto – crescere. Paradosso semmai è quello che vivono in questo momento gli attivisti verdi, i quali si ritrovano un pianeta più verde a causa di quello che loro combattono. Naturalmente gli esperti si affrettano a spiegare che gran parte del merito è dell’aumento delle piogge, evento che non era stato previsto. Basterebbe questo a farci capire che qualunque speculazione sul clima del futuro andrebbe fatta e presa con estrema cautela. Purtroppo non sarà così, presto verrà lanciato un nuovo allarme infondato.

  • Piero Vietti
  • Torinese, è al Foglio dal 2007. Prima di inventarsi e curare l’inserto settimanale sportivo ha scritto (e ancora scrive) un po’ di tutto e ha seguito lo sviluppo digitale del giornale. Parafrasando José Mourinho, pensa che chi sa solo di sport non sa niente di sport. Sposato, ha tre figli. Non ha scritto nemmeno un libro.