Il presidente del Consiglio Matteo Renzi (foto LaPresse)

Pronta la nuova legge elettorale. Renzi avvisa la minoranza: "No a partito nel partito"

Redazione

Accolte in parte le richieste della parte minoritaria. Il presidente del Consiglio concede altro tempo ai senatori per rilettere, ma chiede un'accelerazione: "Dobbiamo e possiamo chiudere la discussione in 48 ore".

La nuova legge elettorale è pronta e approderà al Senato in settimana, per questo Matteo Renzi cerca di compattare il Pd per evitare la presenza di franchi tiratori a Palazzo Madama. Nell'assemblea dei senatori del Partito democratico il presidente del Consiglio incalza i suoi sottolineando la necessità di dare un segnale di reale cambiamento al paese, "perché sono otto anni che si parla di legge elettorale senza decidere", ma concedendo un altro po' di tempo alla minoranza per riflettere: "Parliamone ancora se necessario ma dobbiamo e possiamo chiudere la discussione sulla legge elettorale in 48 ore". Ma avvisa: "Non possiamo permetterci che ci sia un partito nel partito".

 

Renzi avrebbe anticipato ai senatori come l'Italicum sia stato leggermente modificato per accogliere alcune richieste della minoranza, a proposito di soglie di sbarramento, alternanza di genere e liste bloccate, con l'introduzione di una quota di eletti con il sistema delle preferenze del 60-65 per cento grazie al sistema delle pluricandidature. Cambiamenti che hanno modificato in parte il testo della legge elettorale, rendendolo così più simile al sistema del Sindaco d'Italia, ossia l'impianto proposto da Renzi sin dalle primarie per la segreteria del Pd.

 

[**Video_box_2**]Il presidente del consiglio avrebbe criticato la minoranza del Pd, sottolineando come le critiche siano ingiuste e ingenerose. Ieri Renzi era stato attaccato sa Stefano Fassina che aveva avvisato il premier che quanto successo recentemente, ossia la chiusura sulle riforme, la cosiddetta "norma salva Berlusconi" e l'atteggiamento del governo nei confronti della minoranza, "avrebbe pesato notevolmente sulla scelta del nuovo presidente della Repubblica".

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