La manifestazione di domenica di Manif pour tous (foto Ap)

La Manif pour tous manda la gauche in confusione. Botte alle Sentinelle

Nicoletta Tiliacos

Al di là della solita battaglia sulle cifre, il collettivo ha vinto la sua scommessa. Domenica scorsa ha riportato in piazza a Bordeaux e soprattutto a Parigi le ragioni di chi si oppone alla pratica dell’utero in affitto, perché “l’essere umano non è una merce”.

Roma. Al di là della solita battaglia sulle cifre (settantamila per la polizia, mezzo milione secondo gli organizzatori), la Manif pour tous ha vinto la sua scommessa. Domenica scorsa ha riportato in piazza a Bordeaux e soprattutto a Parigi (con un corteo bianco-rosa-celeste di sei chilometri, famiglie e ragazzi arrivati da tutta la Francia) le ragioni di chi si oppone alla pratica dell’utero in affitto, perché “l’essere umano non è una merce”. La portavoce della Mpt, Ludovine de la Rochère, ha promesso che la mobilitazione continuerà. C’è poco da fidarsi delle giravolte del primo ministro Manuel Valls, che nel 2011 era favorevole alla “gestazione per altri” (Gpa), mentre ora giura, intervistato dalla Croix il 3 ottobre, che il suo governo non ci ha mai pensato e vuole anzi promuovere un’azione internazionale contro quella pratica. Ma la sua collega alla Giustizia, Christiane Taubira, prima firmataria della legge sul “mariage pour tous”, firma anche la circolare che già consente di aggirare il divieto (“ogni tre giorni un bébé nato da utero in affitto è ‘importato’ in Francia”, dice la MpT).

 

Cresciuto fuori da ogni tutela del vescovi francesi (sempre più defilati e preoccupati delle “contrapposizioni” sui valori che un tempo si definivano “non negoziabili”) il movimento contro il matrimonio e l’adozione gay e contro l’“omoparentalità” appare in Francia più in buona salute che mai. Merito – involontario – anche del ridicolo pasticcio che passa sotto il nome di programma “Abcd de l’égalité”, e che con la scusa della lotta agli stereotipi sessuali ha cercato e cerca (con tre diversi ministri dell’Educazione, da Peillon fino alla Vallaud-Belkacem) di introdurre la teoria del gender a scuola, dall’asilo ai licei. Si scontra però da un anno con un diffuso rifiuto delle famiglie, che ha assunto le forme del boicottaggio e che certamente ha rafforzato la battaglia della Manif pour tous.

 

[**Video_box_2**]Sul campo opposto, spicca la gran confusione in cui versa la gauche, che appare divisa più che mai tra pro e contro utero in affitto, tra pro e contro procreazione assistita per coppie lesbiche, mentre nell’Ump c’è chi comincia a ragionare sulla possibilità di abrogare la legge Taubira, se davvero al prossimo giro elettorale il partito dovesse tornare al governo (è favorevole all’abrogazione il 60 per cento del suo elettorato). Il Front national ieri parlava a sua volta di un “pacs rafforzato” che dovrebbe sostituire il “matrimonio” tra persone dello stesso sesso. Un sondaggio Ifop riportato dal Monde e commissionato da un’associazione di famiglie omoparentali (quelle di cui la MpT dice che “programmano consapevolmente la nascita di orfani di padre o di madre”), mentre dà una minima maggioranza alla percentuale di francesi che ritengono indifferente la presenza di due genitori dello stesso sesso o di sesso diverso (54 per cento, che scende a 52 se si tratta di “due padri”), dice anche che il 60 per cento dei francesi è contrario all’utero in affitto per le coppie gay (e il 64 per cento per i single: anche questo è nei programmi più radicali della sinistra).

 

A proposito di gauche, il quotidiano Libération ieri contestava l’idea di una “sinistra assassina della famiglia”, e parlava di un semplice “accompagnamento” delle mutazioni in corso nella medesima. Il direttore, Laurent Joffrin, scriveva poi che “la Gpa non è all’ordine del giorno”, mentre il “vero bersaglio” della Mpt sarebbero gli omosessuali.

 

L’accusa di omofobia, insomma, è ancora una volta l’argomento di chi non ha argomenti. Lo dimostrano anche le violenze di cui sono state fatte segno le Sentinelle in piedi, che sempre domenica si sono date appuntamento in cento piazze italiane. Bande di aggressori organizzati, che il movimento Lgbt dovrebbe sconfessare senza esitazione, hanno assalito e insultato persone silenziose e inermi, con un libro in mano, senza cartelli né striscioni. A Bologna è stata coperta di sputi una donna con un bambino in carrozzina, a Rovereto un sacerdote è finito all’ospedale con il naso fratturato (e parecchie cronache imbarazzate parlano di “scontri”, mentre la violenza ha riguardato solo una parte, come è chiaro dai filmati che girano in rete). Le Sentinelle in piedi pagano il fatto di opporsi – pacificamente, silenziosamente – alla proposta di legge Scalfarotto contro l’omofobia, che renderebbe reato anche solo sostenere che il matrimonio riguarda solo un uomo e una donna. A Bologna, a Napoli, ad Aosta, a Torino, a Rovereto, si è capito che i sostenitori dei “nuovi diritti” non vogliono saperne nulla del più antico e fondamentale: quello alla libertà di espressione.

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