Pier Luigi Bersani (foto LaPresse)

Bersani attacca Renzi sul tfr: "Quei soldi sono dei lavoratori. Deve parlare con loro"

Redazione

L'ex segretario del Partito democratico promette lealtà al partito sul voto finale per la riforma del lavoro. Ma non risparmia dure critiche alle iniziative del premier e al suo rapporto con i sindacati.

Pier Lugi Bersani , amargine dei dibattito in Parlamento sulla riforma del lavoro, è tornato ad attaccare il piano di Renzi che, tra le altre misure, prevede la cancellazione dell'articolo 18 e il versamento in busta paga del trattamento di fine rapporto ai lavoratori nel tentativo di rilanciare i consumi. "I soldi del tfr sono soldi dei lavoratori, non del governo. Se si vuole fare qualcosa con il loro denaro, bisognerà che si parli con loro", ha detto Bersani ai giornalisti incontrati in Transatlantico.

 

"Se una cosa ha influenza sulla liquidità dell'impresa", ha aggiunto, "bisogna parlare con le imprese. Ma tutto questo implica una volontarietà", ha detto l'esponente del Pd. Bersani ha inoltre sottolineato il rischio sociale connesso all'utilizzo di una risorsa come il trattamento di fine rapporto: "Bisogna sempre essere cauti quando si mangiano le risorse per il domani, perché non abbiamo davanti un futuro così tranquillo per cui la gente può mettersi all'avventura".

 

L'ex segretario del partito ha poi ribadito la propria vicinanza e solidarietà ai sindacati: "Trovo profondamente ingiusto questo schiaffo ai sindacati: non so proprio come abbia fatto un sindacalista, che magari ha dovuto spiegare ai lavoratori la riduzione degli organici o delle buste paga, ad andare a dormire dopo 'l'incoraggiamento' arrivato" da Renzi durante la direzione, ha aggiunto Bersani. "Quando sento che si dice, 'dov'era il sindacato in questi anni?' mi viene da rispondere, a metterci la faccia nei posti di lavoro. A metterci la faccia, e spesso non solo quella, davanti ai lavoratori".

 

Tuttavia, nel voto finale della delega sul Jobs Act "certamente non mancherà la lealtà verso il partito e il governo", ha aggiunto Bersani. "Che sia ben chiaro - sottolinea l'ex segretario Pd - che quando voto non ho bisogno di farmi spiegare dai neofiti cosa è una 'ditta'". "I gruppi parlamentari", ha aggiunto, "hanno tutto il diritto di proporre le loro idee. Dopo di che, negli atti finali e nelle forme che ogni Camera prevede, non mancherà la lealtà e la responsabilità che ognuno ha verso il partito. Più è netta la chiarezza delle opinioni e più emerge il senso di responsabilità".