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Il talk sui talk

Giuliano Ferrara

Staremo a vedere, ma il problema è l’autorevolezza, non i filmatini. Gli show di parola sono in crisi, dicono gli inventori della televisione e dell’acqua calda, bisogna introdurre l’inchiesta filmata e nuove soluzioni linguistiche, addirittura. Balle. La parola non va mai in crisi.

Ogni fine estate si rinnova il talk dei talk. Gli show di parola sono in crisi, dicono gli inventori della televisione e dell’acqua calda, bisogna introdurre l’inchiesta filmata e nuove soluzioni linguistiche, addirittura. Balle. La parola non va mai in crisi. Le facce che la proferiscono possono essere più o meno invitanti, i toni e i registri del discorso più o meno interessanti, precisi, autorevoli. Ma la parola è il sale della cosiddetta comunicazione, il medium decisivo dell’esperienza umana, e dunque come la vita è sacra e intoccabile. Andrebbe messa in Costituzione, la sua tutela. Giù le mani dagli show di parola, dunque, e guai ai ciarlatani che inventano ogni anno una nuova televisione. Fanno ridere, e anche piangere di immensa noia.

 

[**Video_box_2**]La questione è che il talk deve diventare un servizio informativo vero, chi lo dirige si adopererà affinché le ospitate siano significative di posizioni e opinioni non troppo caduche, non troppo legate alla generica visibilità, non troppo ruffiane, espresse in una lingua che non sia di legno, alla ricerca di un tempo da non perdere, di un sapere da acquisire. I talk devono fare una cura ricostituente, assomigliare di più al loro eterno modello, che è quello americano, palinsesto in cui c’è spazio per l’infotainment, per lo spettacolo della realtà incasinata, ma poi oltre alla dimensione commerciale e di share of voice c’è il talk come ci sono i grandi giornali, le riviste, gli editori, le biblioteche, insomma il luogo dove la cultura con la c minuscola, ma con compiti maiuscoli, porta nella coscienza di massa l’individualità e la libertà di vere opinioni e di vere expertise. Sorprendenti, si spera.

 

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  • Giuliano Ferrara Fondatore
  • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.