François Hollande e Valérie Trierweiler (Foto Lapresse)

Furiosa Valérie

Annalena Benini

E' possibile che i 29 messaggi al giorno con cui il presidente francese chiede alla sua ex compagna Valérie Trierweiler di tornare con lui siano dettati dal terrore e dalla disperazione.

Poiché lei aveva annunciato, da mesi, le proprie vendicative intenzioni, e poiché lui in questi anni aveva imparato a conoscere Valérie Trierweiler e la sua determinazione, è possibile che i ventinove messaggi al giorno (lei li ha contati, e di sicuro non ne ha cancellato nemmeno uno) con cui il presidente della Repubblica francese chiede alla sua ex compagna di perdonarlo e di tornare con lui siano dettati dal terrore, oltre che dalla disperazione (immaginare Hollande, durante gli incontri di stato, che smanetta con il telefono, scrive a lei: sei la mia vita, scrive ad altri: si è calmata secondo te?, e suda, sbuffa, soffre, gli si appannano gli occhiali, impreca, lo rende così impacciato e nei guai da creare l’effetto opposto a quello desiderato da Valérie, che l’ha tanto amato e adesso vuole farlo a pezzi).

 

Il terrore di Hollande ha preso la forma del libro di memorie di una donna tradita (ma, prima di tutto, di una giornalista), anticipato ieri da Paris Match, il settimanale per cui Valérie scrive: “Grazie per questo momento” (pubblicato in duecentomila copie oggi in Francia, ma fatto stampare in Germania per proteggerne la segretezza, trecentoventi pagine e il record battuto di prenotazioni su Amazon) è molto più, oltre che molto meno, di quello che fece Nora Ephron con “Affari di cuore”, trasformando il tradimento di Carl Bernstein mentre lei era incinta in un bestseller e in un film con Meryl Streep: questo libro contiene infatti, almeno nelle implacabili e ben pagate intenzioni di Valérie, il necessario per distruggere anche l’immagine pubblica di Hollande. Lei, dopo il tentativo di suicidio con le pillole, inseguita in bagno e in camera dal presidente che le strappa il sacchetto dei sonniferi, dopo aver provato perfino a ricominciare e avendo ricevuto la gelida risposta: “Non ci riusciremo, non mi perdoneresti mai”, ha deciso di mostrare la faccia cattiva dell’uomo che la baciò freddamente sul palco il giorno delle elezioni, quando lei scoppiava di gioia: lui che ha giurato sulla testa di suo figlio (di Valérie, non di Hollande) che i pettegolezzi sulla sua storia con Julie Gayet erano “frottole” non è una grande novità nell’universo delle bugie che un uomo e una donna si raccontano nel corso di una storia d’amore, e non lo è nemmeno lui che, una volta scoperto, dice che la storia è cominciata appena un mese prima, poi due, poi tre, poi sei, poi nove, fino ad arrivare a un anno.

 

[**Video_box_2**]Sta tutto dentro la scia dei tradimenti, dei tentativi maldestri di limitare i danni, con la impossibilità di dire la verità, e la impossibilità di non dirla. Ma raccontare che il presidente della Repubblica francese disprezza i poveri, chiamandoli “gli sdentati”, e va molto fiero del proprio humour, e ha ironizzato a un pranzo di famiglia sulle umili origini della famiglia di Valérie, ferendola, è il segno che non c’è salvezza: “Mi dice che mi riconquisterà, come se io fossi un’elezione”. Come se anche con gli elettori, quindi, Hollande si comportasse da traditore seriale, da bugiardo spergiuro e sprezzante. Lei è stata a lungo la terza donna, almeno fino al giorno in cui Ségolène Royal si sedette al loro tavolo e disse: “Spero di non disturbarvi. Smettetela di prendermi in giro” (Ségolène non è mai stata tanto simpatica come da quando è entrata in scena Valérie), ma adesso Valérie Trierweiler ha deciso di trasformare questa storia di tradimento, nemmeno speciale, nella storia della Francia tradita da Hollande. “Ho sofferto troppo per le menzogne per dirne a mia volta”. Ha sofferto troppo anche per non incassare seicentomila euro e raccontare di un uomo che le diceva, prima di uscire a cena: “Non ti chiedo altro che di essere così bella”. Forse non lo sa, ma lo ama ancora.

  • Annalena Benini
  • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.