Angelino Alfano (foto LaPresse)

Anticipazioni da una conf. stampa

Redazione

Cosa dovrebbe dire oggi Alfano, guardiano del Viminale, agli italiani nella conferenza stampa di Ferragosto: una bella tradizione italiana si potrebbe dire, la rassicurazione dal garante dell’ordine a famigliuole e cittadini che tutto è sotto controllo, anzi va bene

Questa mattina il ministro dell’Interno Angelino Alfano incontra i giornalisti per la consueta conferenza stampa di Ferragosto: una bella tradizione italiana si potrebbe dire, la rassicurazione dal garante dell’ordine a famigliuole e cittadini che tutto è sotto controllo, anzi va bene; un invito a trascorrere in serenità le ferie, perché c’è chi veglia su di loro. Si tratta di una tradizione un po’ paternalistica, che forse sarebbe il caso di rinnovare, intanto invertendo l’ordine delle rassicurazioni. Il signor ministro dovrebbe prima di tutto ringraziare i cittadini per la pazienza con cui affrontano tutto l’anno situazioni di difficoltà, e perché tenacemente anno per anno non danno seguito ai mille demenziali appelli ribellistici, contribuendo così fattivamente al mantenimento dell’ordine pubblico.

 

Il ministro Alfano sconta una fama forse ingenerosa di gaffeur – i “vu’ cumprà” magari non sono razzismo, ma non sono nemmeno una trovata d’ingegno – ma si picca di essere, oltreché un buon ministro, anche un buon comunicatore. E allora, se davvero fosse quel che vuole essere, questa mattina, anziché sciorinare mezze bugie sulla situazione sotto controllo degli sbarchi clandestini – e invece a Brindisi è sbarcato il migrante 100 mila dall’inizio dell’anno – e mezze verità come “il prossimo 18 ottobre è l’anniversario di Mare nostrum e non ci potrà essere un secondo anniversario”, lo ha detto ieri a Lampedusa, invocando dall’Europa “subito risposte per prendere nelle sue mani l’operazione”, Alfano dovrebbe dire che la situazione è un disastro. Che la strategia è senza logica, che bisogna “cambiare verso”. Tutti possono vedere che, anziché un controllo delle coste del Mediterraneo, l’Italia esercita la funzione opposta di ricettacolo indiscriminato non solo di profughi ma di fenomeni di organizzazione criminale legati all’immigrazione clandestina. Mentre per spirito umanitario ormai estenuato si fa carico di un’accoglienza che non le spetta. Il bilancio della difesa dell’ordine pubblico presenta luci e ombre, ma risulterà più convincente se sarà esposto con modestia e sincerità.

 

Ps. E’ un peccato, a pensarci, che il ministro della Giustizia, attualmente Andrea Orlando, non abbia la stessa tradizione agostana di spiegare agli italiani che la sua parte, per la tranquillità sociale, la fa anche lui: chi deve stare in carcere ci sta, ma nessuno ingiustamente o in condizioni di tortura. Invece, il sito del ministero della Giustizia ci ha messo molto prima di pubblicare i dati relativi all’affollamento carcerario e ammettere che quando vengono quantificati in 49.987 i posti in carcere, quelli davvero disponibili sono 45.784, 4.000 e rotti posti in meno. Chissà se è vero che mantenere in condizioni di sovraffollamento gli istituti di pena, per l’ipocrisia che inibisce indulto e amnistia, sia un messaggio che rassicura il Ferragosto degli italiani.

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