La brutta estate

Redazione

Sbronze e sveltine en plein air. Nessun moralismo, ma qualche pedata sì.

    Esisteva la saggezza del secchio d’acqua: lancio dalla finestra, centro, entusiasmi raffreddati. In casi estremi, prima del debutto del wc, quello del pitale convenientemente riempito. Qualche cane mordace. Magari i vigili (rarità), un po’ più di sbirri di pattuglia. L’estate maleducata in Italia continua. Spesso turisti – il sole il vino e la stupidità possono molto. Non solo i piedi nelle fontane del Bernini. Non solo il tasso alcolico improponibile nel loro paese. Non solo il look pancia-di-fuori/coscioni-esibiti. E’ direttamente l’estate, questa, del sesso in pubblico. Non la tranquilla pomiciatina. Non la toccatina furtiva. Non il lingua-a-lingua ormai sdoganato. Macché: proprio la scopata, l’esibito pompino, un accenno (poco accenno) di pecorina. L’Italia – paese senza regole – sembra avere la capacità di liberare ogni freno inibitorio, di favorire ogni istinto che il paese natale dei soggetti (quando non si tratta di indigeni locali zozzoni) tiene a freno nei restanti mesi dell’anno. Che poi, magari, il fatto vero si confonde col fatto simulato – essendo ogni fogna di web spalancata a tutte le ore. L’altro giorno, a Venezia, sul ponte degli Scalzi, virilmente ci davano sotto un ragazzo e una ragazza (praticamente in condizione Laura Pausini post concerto). A Firenze, vicino Ognissanti, pubblico pompino su pubblica via di lei a lui (l’intrepido maschietto faceva segno di soddisfato ok ai guardoni intorno e a chi protestava). Pure a Perugia, secondo il Corriere dell’Umbria, due si sono focosamente esibiti, con annessi e connessi, davanti al palazzo della regione. Intanto un kosovaro ubriaco rubava un vaporetto. Le norme forse ci sono. Mancano a volte un po’ di sane pedate.