Una foto tratta da un sito dei militanti dell'Isis che mostra decine di persone uccise, probabilmente dopo un'esecuzione di massa (Foto: Ap)

In Iraq l'Isis conquista una base militare: libera i sunniti e trucida gli sciiti

Redazione

Intanto lo Stato islamico rivendica l'esecuzione di 1.700 soldati. E pubblica le foto delle vittime. Il confronto militare è sempre più settario

L'avanzata dei combattenti dello Stato islamico d'Iraq e del Levante (Isis) verso Baghdad ha registrato un rallentamento più a Nord, nei pressi di Samara, dopo che avevano comunque conquistato la cittadina di Tal Afar. La controffensiva dell'esercito iracheno, secondo fonti governative, avrebbe portato all'uccisione di 279 militanti dell'Isis. Ieri sera i jihadisti hanno conquistato una vecchia base dell'aviazione militare americana, Camp Speicher, attualmente usata dagli iracheni come campo di addestramento delle forze di sicurezza. Ai militari sunniti sono stati dati degli indumenti civili e sono stati liberati; quelli sciiti, invece, sono stati trucidati.

 

Lo scontro armato si sviluppa sempre più su piani settari. Ieri, i jihadisti hanno condiviso sui social network decine di foto che mostravano l'esecuzione di centinaia di militari iracheni catturati e di sciiti nella zona di Tikrit. Le foto condivise, la cui autenticità sembra essere comprovata, testimoniano quella che potrebbe essere la più grave atrocità commessa finora dall'inizio dell'escalation. I jihadisti sunniti hanno dichiarato di aver ucciso 1.700 sciiti, un numero comunque approssimativo e da verificare. Le foto in circolazione non mostrano più di 60 corpi senza vita ciascuna. Se anche il numero complessivo non dovesse raggiungere la stima dell'Isis, si tratterebbe comunque di massacro. Le esecuzioni sommarie sono state condotte contro i militari governativi che si erano arresi e gli sciiti che si rifiutavano di rinnegare il presidente Maliki. In una foto circolata sul web, cinque uomini legati e in ginocchio appaiono dapprima circondati da combattenti dell'Isis che li costringono, minacciandoli con i fucili, a insultare il loro presidente e a giurare fedeltà allo Stato islamico. Sono stati giustiziati tutti e cinque, come si vede nella seconda foto, dopo che uno solo di loro si è rifiutato.

 

Nonostante l'avanzata dell'Isis possa ora andare incontro a un rallentamento, dato il suo approssimassi sempre più ai territori sciiti ostili, l'Amministrazione Obama è sempre più in difficoltà a proposito della possibilità o meno di inviare truppe in Iraq contro il jihad sunnita. Il comandante dell'Isis, Abu Bakr al Baghdadi sembrerebbe non aspettare altro e di cercare il confronto diretto contro americani e sciiti: "Presto vi affronteremo, stiamo aspettando quel giorno", ha dichiarato ieri. L'alleanza tra Washington e gli sciiti iraniani resta sempre un'ipotesi più che concreta. Forse già questa settimana i diplomatici dei due paesi potrebbero incontrarsi per delineare un'alleanza contro il nemico comune. L'incontro potrebbe tenersi proprio a Vienna, dove Stati Uniti e Iran sono impegnati nei prossimi giorni per il dialogo sul nucleare.

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