Castello annoiato

Redazione

E’ a Roma, ma non s’è mosso da Palazzo Grazioli, e non ha voluto sapere nulla dei numeri e della “contabilità delle chiacchiere” dentro il suo partito.

E’ a Roma, ma non s’è mosso da Palazzo Grazioli, e non ha voluto sapere nulla dei numeri e della “contabilità delle chiacchiere” dentro il suo partito. Così i generali di Forza Italia, a Piazza San Lorenzo in Lucina, ieri hanno approvato il bilancio del partito nuovo e del partito vecchio (il Pdl) in appena venti minuti. Da soli. Senza il grande Capo. Vietato parlare, vietato soprattutto litigare, anche se, qualche ora dopo, nel corso di una riunione del gruppo parlamentare, in Senato, sono andati in onda tutti i malumori delle truppe meridionali di FI, quelle che, all’incirca, si riuniscono sotto le insegne di Raffaele Fitto: 34 senatori avevano chiesto un incontro urgente al capogruppo Paolo Romani. Ma Berlusconi è riuscito a fasciare ogni cosa di delicate sordine. Non cede alle richieste di Fitto. Mentre, al contrario, sussurrano dai corridoi del Castello, pare abbia ripreso vaghi contatti con il suo ex delfino Angelino Alfano, il quale non aspettava altro che una chiamata da Arcore. Il risultato delle amministrative è stato infatti disastroso per Ncd: al nord il partito quasi non esiste. E ora volano coltelli e frasi al veleno. Roberto Formigoni accusa dell’insuccesso Maurizio Lupi, mentre Fabrizio Cicchitto difende Lupi criticando con violenza Formigoni. Ma non è solo il risultato elettorale a esulcerare rapporti tesi da parecchio tempo. La vera ragione dei contrasti riguarda il futuro. Dentro Ncd ci si divide tra chi vuole tornare alleato di Berlusconi e chi invece pensa a un rapporto più organico con l’Udc. E dunque Cicchitto e Lupi, ma forse anche Renato Schifani (pencolante), puntano su Casini e Cesa. Pensano che il governo debba durare il più a lungo possibile, indipendentemente dal risultato delle riforme. Alfano si è fatto invece arrendevole nei confronti del Cavaliere, così come Nunzia De Girolamo e Gaetano Quagliariello, che ha detto: “La destra vince solo se si unisce”. E sono messaggi diretti al Cavaliere. Lui, il Sovrano di Arcore, non pare maldisposto nei confronti di Alfano. “Ancora, malgrado tutto, lo preferisce a Fitto”, mormorano le malelingue.

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