La scienza c'est moi

Redazione

La lotta di Michelle Obama contro l’obesità infantile è una questione esistenziale e un fatto di brand. Mentre il marito cerca di capire qual è il posto dell’America nel mondo, la first lady lavora sulla rotazione delle verdure nell’orto e costringe un Barack già abbastanza sotto pressione

    La lotta di Michelle Obama contro l’obesità infantile è una questione esistenziale e un fatto di brand. Mentre il marito cerca di capire qual è il posto dell’America nel mondo, la first lady lavora sulla rotazione delle verdure nell’orto e costringe un Barack già abbastanza sotto pressione a dire pubblicamente che i broccoli sono il suo cibo preferito, e altre cose poco credibili dello stesso tenore. Nel tempo l’attività di Michelle per proteggere la salute degli americani è passata dall’ambito della sensibilizzazione e del fundraising a quello più schiettamente politico. La sua associazione, Let’s Move!, spinge disegni di legge sul settore alimentare e fa pressione sul Congresso, attività più che legittime, tanto che la first lady ne ha scritto in un piccato editoriale contro il junk food pubblicato ieri sul New York Times. L’aspetto significativo, e leggermente allarmante, è la forma mentale e la visione del [**Video_box_2**]mondo manichea che la battaglia di Michelle esprime. Le sue proposte sono “basate sulle prove”, si affidano alla “scienza”, mentre al Congresso i suoi avversari, notori ultrà dell’obesità infantile, vergano “disegni di legge che ignorano la scienza”. La disputa non è dunque fra diverse impostazioni del problema, o fra differenti terapie per una stessa diagnosi, ma nel linguaggio della first lady tutto si riduce alla dicotomia fra chi accetta l’evidenza scientifica e chi la rifiuta, questione di illuminati e oscurantisti, di chi padroneggia i dati e di chi addirittura suggerisce che le “patate bianche siano incluse nella lista dei cibi che le donne possono comprare” attraverso un programma di agevolazioni dello stato. Le patate (“non c’è nulla di male”) sono un affronto insostenibile per Michelle: ma non li leggono i dati, non le vedono le prove? E giù spiegazioni sul fatto che non si vive di sole patate. Così funzionano le campagne per promuovere il bene dell’umanità: chi propone alternative non è diverso, è un troglodita.