
Speciale online 13:50
Nè amnistia, nè indulto. La linea di Orlando
Sulle carceri la linea del governo è chiara: secco no ad amnistia e indulto, necessità di intraprendere una politica riformatrice per risolvere alla base l'emergenza."Penso si tratti di continuare sulla strategia intrapresa, utilizzarla fino in fondo - ha detto il guardasigilli intervenendo a un convegno a Rebibbia - è in discussione un provvedimento sulla custodia cautelare, vediamo i primi effetti della sentenza della Consulta sulla legge sulle droghe. In questo mese abbiamo visto una diminuzione di 500 unita' del numero di detenuti e oggi siamo a quota 59.071. Dunque, ora non c'è l'esigenza di pensare a provvedimenti emergenziali".
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Sulle carceri la linea del governo è chiara: secco no ad amnistia e indulto, necessità di intraprendere una politica riformatrice per risolvere alla base l'emergenza."Penso si tratti di continuare sulla strategia intrapresa, utilizzarla fino in fondo - ha detto il guardasigilli intervenendo a un convegno a Rebibbia - è in discussione un provvedimento sulla custodia cautelare, vediamo i primi effetti della sentenza della Consulta sulla legge sulle droghe. In questo mese abbiamo visto una diminuzione di 500 unità del numero di detenuti e oggi siamo a quota 59.071. Dunque, ora non c'è l'esigenza di pensare a provvedimenti emergenziali".
[**Video_box_2**]L'intenzione del ministro sarebbe dunque quella di una messa a sistema degli interventi messi a punto negli ultimi mesi, in una riforma che vada a modificare radicalmente il sistema giudiziario: "da pena carceraria come unico pilastro, a doppio binario, quella del carcere e quello delle pene alternative". Pur non essendoci "contrarietà ideologiche sull'indulto", Orlando ha sottolineato come sia necessario in Italia una modifica radicale dello strumento custodia cautelare, ricordando "l'inversione di tendenza" che vi e' stata con il provvedimento sulla messa alla prova "che ha affermato il principio secondo cui lo strumento della pena non si esaurisce nel carcere": entro fine mese inoltre si dovrebbe "arrivare entro fine mese ad un testo accettabile".
Come rileva Orlando, rispetto ai governi precedenti, durante i quali "ci sono state lunghissime discussioni non sulla qualità della pena ma sulla esecrabili del reato", questo esecutivo ha agito con la consapevolezza che "la promessa securitaria ha completamente fallito". L'azione politica partirà dalla constatazione che "il sistema penitenziario costa molto e i tassi di recidiva sono fuori dalla media". Secondo Orlando quindi "chi ha promesso che solo con il carcere ci sarebbe stata più sicurezza, oggi non e' in grado di dimostrarlo e da questo fallimento si può costruire un sistema diverso con pene alternative".
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