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Le promesse dell'imperatore Draghi
Si può cambiare qualche burocrate all’Europarlamento, e perfino metterci delle matricole con la casacca “cinque stelle” a giocare con i timbrini. Conta zero. La realtà è che l’Europa da almeno due anni, e per i prossimi cinque, è il continente dell’imperatore Mario Draghi: “Il vero presidente europeo”, come l’ha definito il quotidiano tedesco Handelsblatt dedicandogli la copertina dell’edizione preelettorale. Al presidente della Bce va il merito di avere salvato l’euro comprando tempo con il mero annuncio di misure straordinarie, mai messe in pratica.
Si può cambiare qualche burocrate all’Europarlamento, e perfino metterci delle matricole con la casacca “cinque stelle” a giocare con i timbrini. Conta zero. La realtà è che l’Europa da almeno due anni, e per i prossimi cinque, è il continente dell’imperatore Mario Draghi: “Il vero presidente europeo”, come l’ha definito il quotidiano tedesco Handelsblatt dedicandogli la copertina dell’edizione preelettorale. Al presidente della Bce va il merito di avere salvato l’euro comprando tempo con il mero annuncio di misure straordinarie, mai messe in pratica. Ora però le parole non bastano più. “Ha aspettato troppo, al direttivo del 5 giugno dovrà muoversi con decisione”, dice l’Economist (lo pensano in molti). E’ dallo scorso aprile che Draghi e altri importanti membri del direttivo alimentano la convinzione che a Francoforte ci sia la volontà comune di combattere sia la deflazione – che interessa 5 paesi dell’Eurozona e ora rappresenta un “rischio” per tutti, dice l’austriaco del board Nowotny – sia la [**Video_box_2**]stretta creditizia, severissima in sud Europa. La certezza degli operatori è che la Bce taglierà i tassi. Di conseguenza renderà costoso per le banche depositare i soldi nei suoi forzieri e le costringerà, in teoria, a erogare credito. Intervento inedito quest’ultimo per una grande Banca centrale. Gli investitori sono abituati alle false partenze di Draghi ma stavolta l’inazione sarebbe una brutta sorpresa per le Borse galvanizzate dalle promesse (l’indice S&P 500 americano e il Dax tedesco hanno appena aggiornato i massimi). Basterà? Draghi ha altre opzioni. Venerdì presenterà uno studio congiunto con la Banca d’Inghilterra per un programma d’acquisto di titoli derivati (Abs). Si parla poi del Quantitative easing su modello americano. Bene. Se la Bce comprasse mille miliardi di asset, l’economia dell’area euro crescerebbe dell’1,6 per cento nel 2015 contro l’1,2 previsto ora, dicono le stime di Morgan Stanley. Non male, ma l’opzione è solo futuribile. Berlino s’oppone e frasi come quella di ieri del ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble (“sono tempi straordinari per la politica monetaria in Europa, dovrebbero restare tali e terminare a breve”) fanno capire che sarà una faticosa conquista.


Il Foglio sportivo - in corpore sano
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