_492x275_1598051820817.jpg)
Cosa ci eravamo raccontati
Grillo ci aveva impressionato, ma è il solito, simpatico orsacchiotto predatore sul venti per cento, al massimo può fare una marcia su Rapallo, quella è la sua preda. Berlusconi sono vent’anni che fa storia, è stato infilzato dai giudici, e ancora resiste anche da Cesano Boscone. Renzi è il giovane democristiano modernizzatore e riformista che serviva al Pd per esistere dopo la rottamazione della sua anima classica, e che a suo modo continua il percorso del rinnovatore della politica italiana, il Cav.: ha avuto un finale di campagna fiacco e un risultato mirabile, lo si doveva capire da Piazza del Popolo mezza vuota, sono segni incontrovertibili di consenso.
Grillo ci aveva impressionato, ma è il solito, simpatico orsacchiotto predatore sul venti per cento, al massimo può fare una marcia su Rapallo, quella è la sua preda. Berlusconi sono vent’anni che fa storia, è stato infilzato dai giudici, e ancora resiste anche da Cesano Boscone. Renzi è il giovane democristiano modernizzatore e riformista che serviva al Pd per esistere dopo la rottamazione della sua anima classica, e che a suo modo continua il percorso del rinnovatore della politica italiana, il Cav.: ha avuto un finale di campagna fiacco e un risultato mirabile, lo si doveva capire da Piazza del Popolo mezza vuota, sono segni incontrovertibili di consenso. L’Italia doveva essere in prima linea nell’ondata populista (gli stolti pennaioli dicono sempre tsunami): chi l’ha vista? [**Video_box_2**]Anche in Europa, a guardare bene, i partiti che hanno fatto leva sulla grande e lunga recessione per spanciarsi di retorica nazionalista hanno triplicato i seggi a Strasburgo, e ora, divisi come sono, di fronte alla resistenza corpulenta dell’establishment, conteranno come il due di picche in un Parlamento di dubbia utilità. La presidenza Juncker, dicasi Juncker, sarà il probabile coronamento di questa ondata sovvertitrice. Il più eccentrico è il capo dell’Ukip britannico: ha detto ai suoi di avvertire tutti che alle politiche dell’anno prossimo il suo partito prenderà “un pugno di deputati a Westminster”, mica sono le europee. L’europeismo scettico, sorridente e paradossale, da quelle parti è un fatto storico, che ha trovato respiro in una tornata in cui hanno votato in pochissimi ma il capo non ha perso la misura. Lo stesso accadrà per Marine Le Pen, che si è giovata del fascino pallido di un Hollande e della mancanza di leadership nella destra postsarkoziana, come il suo papà si era giovato del puritanesimo punitivo di un Jospin, finendo in ballottaggio inutile alle presidenziali contro Chirac e l’union sacrée. Alla prossima, se la vedrà con i ballottaggi. Tutto sarà più o meno come prima, dovremo solo noi cambiare la grottesca “narrazione” che ci siamo imposti nella chiacchiera mediatica ossessiva sul populismo.
Renzi ha una buona occasione. Con l’appoggio di Berlusconi e un Pd ringalluzzito e presumibilmente rinsavito, può fare le riforme opportune, favorito perfino dalla preminenza onoraria per sei mesi della famosa presidenza di turno dell’Unione, questa fabbrica di presidenze. Nonostante certi pallori dell’ultima ora, certe incespicature retoriche, la propensione verso i fatti, l’urgenza riformista e l’incisione sul livello fiscale, lo hanno giustamente premiato. Resta un giovane erede che ha un patrimonio da spendere su fisco, lavoro, giustizia, istituzioni. All’invidia seguirà una specie di innamoramento opportunista già visibile nei media ex grillini. Auguri.


Il Foglio sportivo - in corpore sano
Fare esercizio fisico va bene, ma non allenatevi troppo
