Dieci giorni in preda ai fuochi di stupro dell'orso cabarettista, ora vediamo

Giuliano Ferrara

Il bipolarismo di cui si decide nelle urne non è in Italia tra destra e sinistra e nemmeno tra Grillo e Renzi. E’ il dualismo tra una pulsione di stupro ferino della politica e della vita civile, delle persone come combinazione di corpo e anima, e l’aspirazione a vivere e lasciar vivere, a fare senza strafare, a scivolare nell’esistenza con qualche idea omologabile, senza superomismi e profetismi troppo umani. Ora vediamo come gli italiani, cioè noi, hanno reagito a questa esibizione di manliness senza risparmio di coprolalia, a questo uso teatrale e cabarettistico del corpo massiccio, gommoso e saltellante, della vocalità stremata, del fuoco nella pancia dell’orso che si propone di mandare tutti a casa e poi, con regolare processo in rete, in galera.

    Il bipolarismo di cui si decide nelle urne non è in Italia tra destra e sinistra e nemmeno tra Grillo e Renzi. E’ il dualismo tra una pulsione di stupro ferino della politica e della vita civile, delle persone come combinazione di corpo e anima, e l’aspirazione a vivere e lasciar vivere, a fare senza strafare, a scivolare nell’esistenza con qualche idea omologabile, senza superomismi e profetismi troppo umani. Ora vediamo come gli italiani, cioè noi, hanno reagito a questa esibizione di manliness senza risparmio di coprolalia, a questo uso teatrale e cabarettistico del corpo massiccio, gommoso e saltellante, della vocalità stremata, del fuoco nella pancia dell’orso che si propone di mandare tutti a casa e poi, con regolare processo in rete, in galera.

    Marine Le Pen e Nigel Farage sono capipartito che sfruttano un’onda emotiva e politicamente legittima, l’orso che ha riempito le piazze di sadomasochisti è un’altra cosa, è il suscitatore di una tempesta ormonale nel vecchio senso machiavellico di una Fortuna donna, battuta e sottomessa dall’ardore del principe nuovo. Il residuo di sense of humour dell’attore, l’irrilevanza della sua prospettiva, la sua finale inefficacia, non devono ingannare. L’esperimento di soggezione pubblica e privata al quale abbiamo assistito nell’ultima settimana di campagna elettorale è perfettamente riuscito. Berlusconi e Renzi, ciascuno nel suo momento felice o infelice, sono due tipi umani di italiani che seducono, pretendono di piacere, vogliono convincere. L’orso Gribbels vuole strappare, lacerare, contundere, esercitare l’arte del comando assoluto, che procede dalla sua fisicità selvaggia, impaurendo giustamente i più vecchi elettori, per inoltrarsi nel percorso impersonale, anonimo, della rete del Guru col cappellino. Ci sono circostanze in cui il trionfo dell’ignoranza, della menzogna, della violenza è a portata di mano, e il nostro paese ha conosciuto i fasti di tali trionfi in passato. Ora vediamo.

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    Il ridimensionamento dei predatori è nelle cose, perché della giungla sentiamo il disordine e l’afrore bestiale, ma non viviamo nella giungla. Se Dio vuole la politica democratica è un mondo di corruzione, di decadenza, di mitezza sfuggente e di pratica della mediocrità che non prevede pulsioni visionarie di quella fatta. Un’alleanza dei fattori di stabilità e di vita avrà ragione, com’è civilmente naturale, dell’odiosa esibizione, e scaltra, di purezza moralizzatrice e di futuro da acchiappare con gli artigli. Così in poco tempo il passato, l’andazzo, la tradizione, il buonsenso distruggeranno quel residuo di vera paura che si è vista negli eserciti non combattenti di giornalisti e di commentatori pavidi, tutti intenti a portare la mucca sotto il toro come è sempre successo nei momenti di ruvido passaggio. Basta aspettare, lo spaghetto tremulo passerà, ma bisogna fare tesoro della lezione: se i seduttori sono pallidi, se cedono alle lusinghe imbonitrici del fantasma dell’illibertà che si scatena contro il gioioso legno storto di una comune umanità, alla fine i predatori fanno la loro corsa pericolosa e aggiogano al loro carro il popolo pazzo e la sua fissazione paranoica su una comunità di destino bonificata dall’incendio doloso e dalle sue conseguenze. Io comunque, nonostante tutto, mi fido dei pompieri.

    • Giuliano Ferrara Fondatore
    • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.