Speciale online 13:25

Kasper insiste: "Sì alla comunione ai divorziati risposati"

Matteo Matzuzzi

A margine dell'affollato incontro alla Fordham University di New York, il cardinale Walter Kasper ha concesso una lunga intervista al magazine Commonweal. Il porporato tedesco – che si sente forte di un legame speciale con il Papa, e lo mette in rilievo in diversi punti – torna sugli argomenti oggetto dei prossimi due Sinodi sulla famiglia convocati da Francesco. Se il tema è ampio, è sulla questione della riammissione alla comunione dei divorziati risposati che le posizioni all'interno del collegio cardinalizio sono variegate e diverse tra loro.

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    A margine dell'affollato incontro alla Fordham University di New York, il cardinale Walter Kasper ha concesso una lunga intervista al magazine Commonweal. Il porporato tedesco – che si sente forte di un legame speciale con il Papa, e lo mette in rilievo in diversi punti – torna sugli argomenti oggetto dei prossimi due Sinodi sulla famiglia convocati da Francesco. Se il tema è ampio, è sulla questione della riammissione alla comunione dei divorziati risposati che le posizioni all'interno del collegio cardinalizio sono variegate e diverse tra loro. La relazione di Kasper che ha aperto il confronto nel concistoro di febbraio ha fatto discutere: da una parte molti interventi hanno criticato le tesi del presidente emerito del Pontificio consiglio per l'Unità dei cristiani, dall'altra (come risulta al Foglio) un gruppo altrettanto consistente ha appoggiato le "domande" poste dal teologo cresciuto alla scuola di Tubinga.

    Conversando con Commonweal, Kasper risponde alle critiche e ribadisce di non poter pensare "a una situazione in cui un essere umano che è caduto in un buco non abbia una via d'uscita. Spesso, non può tornare al primo matrimonio. Se questo è possibile, ci dovrebbe essere una riconciliazione con la moglie o con il marito, ma non sempre questo è possibile". Ecco perché, bisogna domandarsi "se in questo caso l'assoluzione non sia possibile". E, conseguentemente, "se c'è l'assoluzione ci può essere poi anche la Comunione? Ci sono molti argomenti della nostra tradizione cattolica che potrebbero consentire questo modo di procedere" – argomentazioni fortemente contestate, tra gli altri, dal cardinale Walter Brandmüller, storico di rango e presidente emerito del Comitato di Scienze storiche.

    [**Video_box_2**]Misericordia, ha aggiunto Kasper, "significa che Dio dà a tutti coloro che si convertono e si pentono una nuova possibilità". Su un punto, il porporato tedesco ci tiene a non essere frainteso: "Il Papa mi ha detto di credere che il cinquanta per cento dei matrimoni non siano validi. Il matrimonio è un sacramento e presuppone la fede". Ecco perché, "è necessario rafforzare la catechesi prematrimoniale". Dare la comunione ai divorziati risposati, poi, non significherebbe negare l'indissolubilità del matrimonio – concetto sul quale si era ampiamente soffermato in una lunga intervista al Foglio il cardinale Carlo Caffarra – ma "se guardiamo all'azione di Dio nella storia della salvezza, vediamo che Dio dà una nuova possibilità. Questa è la misericordia. Dio concede una nuova possibilità senza annullare le esigenze della giustizia. Dio non giustifica il peccato, giustifica il peccatore". E' importante, a giudizio di Kasper, riconoscere "che i cristiani possono fallire, e che quindi vanno aiutati". E se è possibile che i divorziati risposati siano ammessi alla Comunione spirituale, "significa che essi non sono più in una situazione di peccai grave. Quindi, se possono ricevere la comunione spirituale, perché non possono ricevere anche la comunione sacramentale?". In sostanza, si è chiesto il porporato tedesco, "se Dio ha perdonato, perché la chiesa non dovrebbe essere in grado di fare altrettanto?".

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    • Matteo Matzuzzi
    • Friulsardo, è nato nel 1986. Laureato in politica internazionale e diplomazia a Padova con tesi su turchi e americani, è stato arbitro di calcio. Al Foglio dal 2011, si occupa di Chiesa, Papi, religioni e libri. Scrittore prediletto: Joseph Roth (ma va bene qualunque cosa relativa alla finis Austriae). È caporedattore dal 2020.