Chi sono io per giudicare se l'Università cattolica di Lima è cattolica?

Matteo Matzuzzi

Il caso sembrava essersi chiuso definitivamente nell’estate del 2012, quando l’allora segretario di stato, il cardinale Tarcisio Bertone, decretò che all’Università cattolica del Perù dovessero essere revocati i titoli di “pontificia” e “cattolica”. Ora, a quasi due anni di distanza, il dossier viene riaperto direttamente del Papa, che ha nominato una commissione cardinalizia incaricata di risolvere il conflitto tra Roma e l’ateneo di Lima. Il provvedimento di Bertone giungeva al termine di un lungo periodo di trattative e negoziati tra il Vaticano e le autorità accademiche peruviane, i cui esiti sono stati fallimentari.

    Il caso sembrava essersi chiuso definitivamente nell’estate del 2012, quando l’allora segretario di stato, il cardinale Tarcisio Bertone, decretò che all’Università cattolica del Perù dovessero essere revocati i titoli di “pontificia” e “cattolica”. Ora, a quasi due anni di distanza, il dossier viene riaperto direttamente del Papa, che ha nominato una commissione cardinalizia incaricata di risolvere il conflitto tra Roma e l’ateneo di Lima. Il provvedimento di Bertone giungeva al termine di un lungo periodo di trattative e negoziati tra il Vaticano e le autorità accademiche peruviane, i cui esiti sono stati fallimentari. All’origine di tutto, il rifiuto dell’ateneo di Lima di adeguare i suoi statuti alla costituzione apostolica Ex corde ecclesiae promulgata da Giovanni Paolo II nell’agosto del 1990 che regolamenta il comportamento che è tenuta ad avere un’università che si fregia del titolo di pontificia e, soprattutto, di cattolica. Indicazioni sempre disattese, chiariva il decreto della Segreteria di stato, al punto da aver arrecato un “grave pregiudizio all’interesse dalla chiesa”. Da più di vent’anni Lima era invitata ad attenersi a quanto disposto da Roma, senza alcun risultato. Anzi, il rettore dell’ateneo inviava in Segreteria di stato ben due lettere in cui manifestava “l’impossibilità di attuare quanto richiesto, condizionando la modifica degli statuti alla rinuncia da parte dell’arcidiocesi di Lima al controllo della gestione dei beni dell’università”. Veniva così tirato in ballo il governo pastorale del cardinale arcivescovo Juan Luis Cipriani, conservatore e membro dell’Opus Dei, che nel frattempo – in qualità di Gran cancelliere dell’ateneo – sospendeva dall’insegnamento diversi teologi a suo giudizio troppo vicini alla Teologia della liberazione insegnata in quelle aule da Gustavo Gutiérrez. Un provvedimento inusuale, al punto che il prefetto della congregazione per la Dottrina della fede, Gerhard Ludwig Müller, provvedeva già nel 2012 – regnante Benedetto XVI – a sospendere la disposizione di Cipriani, ordinando il reintegro dei teologi e la riproposizione dei corsi nel programma ufficiale. Non è un caso, che nei mesi successivi, l’arcivescovo di Lima abbia più volte attaccato il capo dell’ex Sant’Uffizio, definendolo “un ingenuo” e troppo vicino alla Teologia della liberazione. Per far luce sulla situazione di quello che pur sempre era uno dei principali atenei cattolici dell’America latina, già tre anni fa, nel 2011, Joseph Ratzinger aveva autorizzato una visita apostolica affidata al fedelissimo Peter Erdo, arcivescovo di Budapest.

    [**Video_box_2**]Il punto da chiarire riguardava la ragione della “ribellione”: c’era di mezzo solo la gestione dei beni, o piuttosto si trattava del rifiuto dell’Università ad accettare l’autorità di Roma? Il lavoro di Erdo diede pochi frutti, anche perché il conflitto tra le parti continuava a mantenersi su toni accesi. Eppure, Francesco ha deciso di affidarsi ancora alla mediazione del presule ungherese, uno dei tre cardinali incaricati di trovare “una soluzione consensuale definitiva” alla vicenda. Insieme a lui, lavoreranno il cardinale canadese Gérald Cyprien Lacroix, arcivescovo di Québec, e l’arcivescovo di Santiago del Cile, il cardinale Ricardo Ezzati Andrello. Questi ultimi due sono porporati di nomina bergogliana, avendo ricevuto la berretta lo scorso febbraio. Rimane fuori, invece, il cardinale Cipriani, il più incline a usare il pugno di ferro nei confronti dell’Università refrattaria ad adeguarsi alle disposizioni romane. L’obiettivo della commissione è di evitare un inasprimento della contesa, che nelle ultime settimane ha registrato nuovi momenti di tensione: nonostante il decreto di Bertone, infatti, l’ateneo continua a definirsi cattolico e pontificio, tanto che – stando a quanto riportato dalla stampa peruviana – la nunziatura si era detta pronta ad adire le vie legali, scavalcando anche le normali procedure canoniche.

    • Matteo Matzuzzi
    • Friulsardo, è nato nel 1986. Laureato in politica internazionale e diplomazia a Padova con tesi su turchi e americani, è stato arbitro di calcio. Al Foglio dal 2011, si occupa di Chiesa, Papi, religioni e libri. Scrittore prediletto: Joseph Roth (ma va bene qualunque cosa relativa alla finis Austriae). È caporedattore dal 2020.