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Le dichiarazioni di Berlusconi sull'affidamento al vaglio dei giudici
Le parole del Cav, pronunciate nel corso dell'intervista andata in onda su La7 nel programma "Piazzapulita", sono finite al vaglio del tribunale di Sorveglianza di Milano che lo scorso 15 aprile gli ha concesso la misura alternativa alla detenzione domiciliare. Berlusconi, nel corso del programma di Corrado Formigli, aveva affermato che "i servizi sociali sono una condanna ridicola" e che "Napolitano doveva darmi la grazia" in virtù di "un dovere morale".
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Le parole del Cav, pronunciate nel corso dell'intervista andata in onda su La7 nel programma "Piazzapulita", sono finite al vaglio del tribunale di Sorveglianza di Milano che lo scorso 15 aprile gli ha concesso la misura alternativa alla detenzione domiciliare. Berlusconi, nel corso del programma di Corrado Formigli, aveva affermato che "i servizi sociali sono una condanna ridicola" e che "Napolitano doveva darmi la grazia" in virtù di "un dovere morale". "E' ridicolo pensare che si possa rieducarmi
consegnandomi a dei servizi sociali e a dei colloqui quindicinali con assistenti sociali", ha affermato Berlusconi nell'intervista rilasciata a Formigli. Un passaggio che ora, secondo quanto trapela negli ambienti giudiziari, può' rappresentare una 'infrazione'
alle 'regole' che l'ex premier deve rispettare. Secondo le agenzie, nell'ordinanza con cui gli avevano concesso l'affidamento in prova ai servizi sociali, i giudici avevano sottolineato che Berlusconi avrebbe dovuto mantenere, durante l'esecuzione della pena, "comportamenti nell'ambito delle regole della civile convivenza, del decoro e del rispetto delle istituzioni". In caso di violazioni delle prescrizioni o della legge, Berlusconi rischia la revoca dell'affidamento in prova.
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E' invece finita in archivio, per decisione del giudice dell'udienza preliminare, l'inchiesta che vedeva a Roma accusati per estorsione nei riguardi di Silvio Berlusconi l'ex direttore de 'L'Avanti' Walter Lavitola, nonché l'imprenditore Giampaolo Tarantini e la moglie Angela Devenuto. Questi ultimi erano finiti nell'indagine per avere ricevuto da Berlusconi tramite Lavitola, la somma di 500 mila euro che, secondo l'accusa, era servita ad impedire che Tarantini facesse rivelazioni sulla vicenda delle escort che coinvolgeva Berlusconi. Secondo il gup Costantino De Robbio l'archiviazione del procedimento si imponeva perché "dalle indagini non sono emersi elementi sufficienti per avvalorare l'ipotesi accusatoria".
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