Zeru tituli

The Unhappy one

Maurizio Crippa

Quante volte dobbiamo perdonare, sette? “Io vi dico: settanta volte sette”. E così nel weekend di Pasqua, lui bravo cattolico lusitano in terra di perfida apostasia, il Profeta José Mourinho ha deciso di perdonare, sinite parvulos, dopo le settanta volte e le sette. E insomma erano proprio 77. Settantasette che Mou col suo Chelsea non perdeva in casa, perché non perdere in casa è adamantina dogmatica calcistica di Mou. E noi fedeli rimasti qui, attardati in partibus infidelium, ancora ce le ricordiamo, quelle parole di profezia, più tremende di Isaia.

    Quante volte dobbiamo perdonare, sette? “Io vi dico: settanta volte sette”. E così nel weekend di Pasqua, lui bravo cattolico lusitano in terra di perfida apostasia, il Profeta José Mourinho ha deciso di perdonare, sinite parvulos, dopo le settanta volte e le sette. E insomma erano proprio 77. Settantasette che Mou col suo Chelsea non perdeva in casa, perché non perdere in casa è adamantina dogmatica calcistica di Mou. E noi fedeli rimasti qui, attardati in partibus infidelium, ancora ce le ricordiamo, quelle parole di profezia, più tremende di Isaia: “Dopo di me verrà un giorno in cui l’Inter perderà in casa, e non vi ricorderete da quanto tempo non accadeva”. Troppa grazia, ormai non ci ricordiamo più da quando non ne azzecchiamo due di fila in casa (e domenica arriva il Pacioso Malefico, l’uomo che ruppe l’incantesimo. Brrr). Ma poiché anche la fede del pallone ha i suoi punti insondabili di non ritorno, ecco il Sunderland, l’ultimo della classe, passeggiare vittorioso sul prato di Stamford Bridge. Ecco lo Special diventare Unhappy one, scagliarsi contro la sorte, l’arbitro e il designatore, simulacri terreni degli Immutabili Voleri del cielo del football. La Premier League è andata, ma la nostra fede non traballa.

    • Maurizio Crippa
    • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

      E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"