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Per Putin l'Ucraina è “Nuova Russia”, ma a Ginevra si trova un accordo

Redazione

Il clima di crisi in Ucraina deve essere pacificato, le milizie che si muovono nell’est del paese devono essere disarmate e gli edifici governativi occupati dai gruppi separatisti devono essere liberati. Oggi a Ginevra si sono incontrati i capi delle diplomazie di Russia, Ucraina, Unione europea e America per cercare una soluzione diplomatica alla crisi ucraina. I colloqui sono durati più di cinque ore, e arrivavano dopo che in mattinata il presidente russo Vladimir Putin aveva usato toni duri nella sua tradizionale “linea diretta” con i russi a reti unificate, in cui ha più volte definito l’oriente ucraino con il suo nome antico di “Nuova Russia”.

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    l clima di crisi in Ucraina deve essere pacificato, le milizie che si muovono nell’est del paese devono essere disarmate e gli edifici governativi occupati dai gruppi separatisti devono essere liberati. Oggi a Ginevra si sono incontrati i capi delle diplomazie di Russia, Ucraina, Unione europea e America per cercare una soluzione diplomatica alla crisi ucraina. I colloqui sono durati più di cinque ore, e arrivavano dopo che in mattinata il presidente russo Vladimir Putin aveva usato toni duri nella sua tradizionale “linea diretta” con i russi a reti unificate, in cui ha più volte definito l’oriente ucraino con il suo nome antico di “Nuova Russia”. L’accordo raggiunto a Ginevra, sintetizzato da un breve comunicato ufficiale, prevede la fine delle violenze da entrambe le parti, il disarmo delle milizie e lo sgombero degli edifici occupati nell’est del paese. L’accordo prevede inoltre l’amnistia per tutti i manifestanti che non abbiano commesso reati capitali e l’intervento di una missione di monitoraggio dell’Osce per sostenere le autorità ucraine nella pacificazione.

    Il ministro degli Esteri russo Lavrov ha detto alla fine degli incontri che vede “speranza” nell’interesse che America ed Europa mostrano verso il dialogo con la Russia. “Tutti si sono trovati d’accordo sul fatto che le parti devono interrompere l’uso della violenza”, ha detto il segretario di stato americano John Kerry, che ha fatto intendere che riterrà la Russia direttamente responsabile del disarmo delle milizie nell’est ucraino, e ha aggiunto che per Mosca ci saranno “nuovi costi” nel caso in cui gli accordi non fossero rispettati.

    In mattinata Vladimir Putin aveva usato toni piuttosto duri condannando l'intervento armato di Kiev nell'est dell’Ucraina, definito un "crimine grave" che porta "Kiev verso l'abisso" minando la possibilità di trovare una soluzione diplomatica. Ha bollato come "spazzatura" le accuse avanzate contro la Russia in merito all'invio di militari in Ucraina, e ha lasciato aperta la possibilità di un futuro intervento diretto se Kiev non dovesse interrompere l'offensiva. "Spero davvero di non dover usare la forza e che oggi riusciremo a trovare una soluzione politico-diplomatica", ha dichiarato, sottolineando tuttavia che "il Senato mi ha già autorizzato ad inviare le truppe". Il presidente ha inoltre criticato la campagna elettorale in corso in Ucraina in vista delle elezioni presidenziali che si dovrebbero tenere il prossimo 25 maggio. "La corsa alle presidenziali è condotta in modo inaccettabile", ha commentato. "Se le cose continueranno così, di certo non potremo riconoscere la legittimità dell'esito delle elezioni".

    Durante il suo intervento, Putin ha anche spiegato quanto accaduto in Crimea il mese scorso. L'annessione, secondo il presidente, sarebbe stata dettata dalla decisione della Nato di allargassi verso est, includendo l'Ucraina. "Quando le infrastrutture di un blocco militare si spostano verso i nostri confini, sorgono domande e preoccupazioni. Dovevamo prendere qualche contromisura", ha dichiarato Putin. Per la prima volta il presidente russo ha riconosciuto che gli uomini armati e privi di segni di riconoscimento che hanno invaso l’Ucraina nei giorni precedenti all’annessione erano soldati russi, e non “forze di autodifesa” come dicevano i media vicini al Cremlino. Ha tuttavia continuato a negare che lo stesso valga per le milizie ben organizzate che si muovono nell’oriente ucraino.

    [**Video_box_2**]Nel corso della trasmissione è intervenuto anche Edward Snowden, l’ex contractor della Nsa, l’Agenzia per la sicurezza americana, fuggito in Russia dopo aver trafugato migliaia di documenti segreti. Mesi fa Snowden ha ottenuto un permesso di soggiorno dal governo russo, e ora vive sotto la protezione – secondo alcuni la tutela – del Cremlino. L’ex contractor ha chiesto al presidente russo se anche Mosca ha programmi di intercettazione come quello della Nsa. “Parleremo come due professionisti dell’intelligence”, ha esordito Putin. Anche la Russia intercetta per motivi di sicurezza, ha detto, ma non in modo paragonabile all’opera di spionaggio degli americani. Il tempismo è stato perfetto. Pochi minuti prima il presidente russo aveva attaccato l’America e l’aveva definita inaffidabile proprio a causa dei piani di sorveglianza della Nsa.

    Intanto stamattina nell’oriente ucraino sono continuati gli scontri. A Mariupol, sul Mar d'Azof, l'area settentrionale del Mar Nero, i filo russi hanno assediato una base militare ucraina. Gli scontri sono stati definiti dal ministero dell'Interno ucraino i più aspri dall'inizio della crisi; tre militanti filo-russi sono rimasti uccisi e altri 13 separatisti sono stati feriti.

    Il ministro dell'Interno ucraino, Arsen Avakov, ha detto che l'assaltato è stato condotto da circa 300 militanti, armati con pistole e bombe molotov. Le forze regolari ucraine sono intervenute con elicotteri e mezzi blindati scatenando un lungo scontro armato in seguito al quale 63 militanti filo-russi sarebbero stati arrestati. "10 di loro hanno trascorsi nei servizi di intelligence russi", ha dichiarato a Reuters un portavoce del servizio di sicurezza di stato ucraino (Sbu).

    Nel pomeriggio a Donetsk centinaia di persone sono scese in piazza in per manifestare il proprio appoggio all’unità con Kiev, riempiendo la strada con un’enorme bandiera ucraina.

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