
Speciale online 15:20
Si chiama Barakat il partito che in Algeria impensierisce Bouteflika
Il 17 aprile si vota in Algeria e il settantasettenne Abdelaziz Bouteflika, leader da 15 anni, si appresta a vincere nuovamente un nuovo mandato (sempre se la sua salute glielo permette). Rispetto al solito copione della rielezione del rais algerino ci sono però state delle differenze. I toni assunti dal suo principale rivale, Ali Benflis, hanno aumentato l'intensità del confronto politico, generando simpatie crescenti nei confronti dell'opposizione. Benflis è stato intervistato di recente dall'emittente ENTV, la giornalista ha avuto un lapsus rivelatore: "Se vincerete le elezioni, accetterete la sconfitta?" e lui ha replicato seccamente che non accetterà brogli: "I milioni di algerini che sono dalla mia parte non resteranno in silenzio".
Il 17 aprile si vota in Algeria e il settantasettenne Abdelaziz Bouteflika, leader da 15 anni, si appresta a vincere nuovamente un nuovo mandato (sempre se la sua salute glielo permette). Rispetto al solito copione della rielezione del rais algerino ci sono però state delle differenze.
I toni assunti dal suo principale rivale, Ali Benflis, hanno aumentato l'intensità del confronto politico, generando simpatie crescenti nei confronti dell'opposizione. Benflis è stato intervistato di recente dall'emittente ENTV, la giornalista ha avuto un lapsus rivelatore: "Se vincerete le elezioni, accetterete la sconfitta?" e lui ha replicato seccamente che non accetterà brogli: "I milioni di algerini che sono dalla mia parte non resteranno in silenzio". Per la prima volta da anni, la società algerina è sempre più polarizzata e l'acclamazione plebiscitaria di Bouteflika (90 per cento di consensi raccolti nel 2009) potrebbe assumere dimensioni più contenute. La disoccupazione record e la corruzione ramificata nell'amministrazione pubblica e nell’economia hanno generato malumori anche tra coloro che finora avevano dato fiducia al "monarca" del Fronte Nazionale di Liberazione.
Ora i più giovani minacciano di volersi astenere dal voto, convinti che l'esito sia già scritto per via dei brogli, dati per certi, che favoriranno il presidente uscente. Nelle ultime settimane, diversi cortei e comizi antiregime, organizzati dal movimento d'opposizione "Barakat!" ("Basta!", in arabo), hanno mostrato come in Algeria il muro della disaffezione alla politica e l'apatia degli ultimi anni stiano cedendo il passo ad aperte manifestazioni di dissenso. Tanto da prefigurare una convergenza inedita tra opposizione laica e islamista, sovvertendo così un tabù che risale ai tempi della guerra civile. La scelta del governo di non autorizzare i rappresentanti di lista dei partiti di opposizione a partecipare allo spoglio degli voti ha aumentato i sospetti sulla regolarità delle elezioni. Anche la richiesta di far supervisionare gli scrutini da organizzazioni internazionali imparziali è stata rigettata. Giovedì, al termine del voto, i sostenitori dell'opposizione, soprattutto giovani della classe media, potrebbero così scendere in piazza contro Bouteflika.
Nel corso della sua campagna elettorale, Benflis ha puntato su questo sentimento di rabbia e insoddisfazione. Con toni battaglieri, il rivale di Bouteflika ha già annunciato che, nel caso di brogli, milioni di persone scenderanno in piazza per protestare, rompendo quell'inerzia che aveva immobilizzato il popolo algerino negli ultimi anni e che aveva reso il paese immune alle primavere arabe. Bouteflika è, come si sa, il paladino della stabilità nazionale; la guerra civile degli anni '90, che provocò oltre 100 mila morti, aveva lasciato profonde cicatrici che il presidente-dittatore è riuscito a sanare restaurando pace e stabilità per oltre una decade.
"Gli algerini hanno bisogno di una personalità che li riunisca, specialmente in questo clima generale di terrore instillato da alcuni candidati", ha dichiarato recentemente l'ex premier Ahmed Ouyahia, membro dello staff elettorale del presidente. "Bouteflika - ha aggiunto - è la scelta più adeguata per riunire il popolo algerino con un consenso generale. Una grande fetta della società lo sostiene". Il regime, però, comincia ha mostrare alcune crepe. Le condizioni di salute del presidente, innanzitutto, destano preoccupazione. La sua ultima apparizione pubblica risale allo scorso 3 aprile, in occasione della visita ufficiale del segretario di stato americano, John Kerry. In conferenza stampa, Bouteflika era apparso stanco e con serie difficoltà di comunicazione, tanto da rendere quasi incomprensibile il suo discorso. Le rassicurazioni giunte dall'entourage presidenziale non hanno placato le voci che lo vogliono affetto da una malattia fortemente limitante che non lo renderebbe più in grado di governare il paese. Altro elemento di novità sono le accuse, senza precedenti da quando Bouteflika è al potere, avanzate contro un membro di primo piano dell'apparato del regime, il capo del dipartimento della sicurezza algerina (DRS), il generale di corpo d'armata Mohammed Mediene. La polizia, secondo le accuse, non sarebbe stata in grado di impedire i diversi attentati e assassini politici degli ultimi anni. La richiesta delle dimissioni di Mediene, avanzata dall'opposizione, punta anche a impedire che la polizia politica interferisca nelle imminenti elezioni presidenziali.


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