I numeri del “Project M”

“Ciao bambini”. Un report sull'incubo demografico in Italia, paese di culle vuote

Giulio Meotti

Gorreto, il pittoresco villaggio ligure incuneato nella Val Trebbia, sta scomparendo. La scuola elementare è stata chiusa trent’anni fa per mancanza di bambini e la media della popolazione rimasta è di 65 anni.  E’ il paese più vecchio d’Europa. La Liguria anticipa da sempre molti fenomeni sociali in Italia, dalla crisi dell’industria ai flussi migratori. Così c’è da chiedersi se il destino dell’Italia non sia quello di Gorreto, a cui giorni fa ha dedicato un ritratto anche la Reuters per parlare di crisi demografica nel nostro paese. Così, se a Bologna le donne fanno meno di un figlio, Milano ha uno dei tassi di natalità più bassi al mondo.

    Gorreto, il pittoresco villaggio ligure incuneato nella Val Trebbia, sta scomparendo. La scuola elementare è stata chiusa trent’anni fa per mancanza di bambini e la media della popolazione rimasta è di 65 anni.  E’ il paese più vecchio d’Europa. La Liguria anticipa da sempre molti fenomeni sociali in Italia, dalla crisi dell’industria ai flussi migratori. Così c’è da chiedersi se il destino dell’Italia non sia quello di Gorreto, a cui giorni fa ha dedicato un ritratto anche la Reuters per parlare di crisi demografica nel nostro paese. Così, se a Bologna le donne fanno meno di un figlio, Milano ha uno dei tassi di natalità più bassi al mondo.
    Se lo chiede adesso anche il “Project M”, uno dei principali centri studi internazionali per lo studio dei trend demografici e pensionistici, finanziato dalla Allianz e gestito da ricercatori seri e preparati. L’ultimo report si intitola “Ciao bambini”. Parla dell’Italia, paese per vecchi. Dell’Italia paese in via di estinzione. I demografi di “Project M” citano Angelo Bagnasco, cardinale arcivescovo di Genova e presidente della Cei, secondo cui “l’Italia si sta  gravemente mutilando” a causa del suo tasso di natalità. “Se non fosse per la massiccia immigrazione negli ultimi due decenni, la situazione sarebbe ancora più drammatica”, spiegano i demografi. “Perché questo paese prevalentemente cattolico e che ama i bambini ha smesso di averli?”, ci si chiede.
    Il Project M fornisce grafici interattivi, basati sui dati Onu e Cia, sull’invecchiamento, le fasce di popolazione, la sostenibilità di un sistema pensionistico. In Italia il numero di nascite è stato soverchiato dal numero di morti ogni anno dal 1994. Produciamo più cadaveri che bambini. Nel 1950 la popolazione fra gli zero e i diciannove anni ammontava a sedici milioni. Oggi siamo a undici. Nel 1950 il numero di abitanti sopra i 65 anni era di tre milioni. Oggi è di tredici milioni. Cosa succederà nel 2040? I giovani saranno dieci milioni e gli over 65 anni saranno diciannove milioni. Se nel 1950 la percentuale di quelli sopra gli 80 anni era dell’uno per cento totale, nel 2040 sarà del dieci per cento. Il paese sta collassando, come il Giappone che quest’anno ha perso 244 mila cittadini. E’ come se la terza economia mondiale avesse perso in un anno l’intero quartiere londinese di Hackney. 
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    Quattro milioni di abitanti in meno
    Gian Carlo Blangiardo, ordinario di Scienze statistiche all’Università di Milano Bicocca, porta numeri inesorabili sull’Italia. Anche se il numero degli stranieri che nascono nei nostri ospedali è “destinato a raddoppiarsi” nei prossimi cinquant’anni, secondo Blangiardo non sarà sufficiente a compensare il calo delle nascite italiane: “meno 127 mila tra il 2012 e il 2064 (-27 per cento)”, e già oggi il nostro tasso di fertilità è il più basso del mondo. Nel 2041 “la fascia di età più rappresentata nella struttura degli italiani diventerà quella dei settantenni”.
    Oggi ci sono in Italia già più nonni che nipoti; dal 2028 ci saranno più bisnonni – cioè italiani con più di ottant’anni – che pronipoti, ovvero bambini sotto i dieci anni. Il direttore del Max Planck Institute, James Vaupel, sostiene che “i tassi di fertilità sono difficili da prevedere”. Ma quando si posizionano a livelli tra una media di 1 e 1,5 figli per donna, questi tassi diventano un modello per molti decenni. E dice dell’Italia: “Le famiglie note per essere orizzontali – la gente aveva molti cugini, ma pochi nonni viventi – in futuro saranno verticali, con quattro o addirittura cinque generazioni che vivono contemporaneamente”.
    “Negli anni Sessanta, la fertilità in Italia era di due bambini per coppia”, ha detto Letizia Mencarini, demografa dell’Università di Torino. “Oggi è di 1,3 e per alcune città è meno di uno. Questo è considerato patologico”. In cinquant’anni, l’Italia perderà quattro milioni di abitanti, passando dagli attuali 61 milioni a 57.
    Il “Project M” ci ha preso di mira perché siamo “il primo paese al mondo a fare esperienza del cosiddetto ‘punto di non ritorno’”, quando il numero di persone sopra i sessant’anni eccede il numero di coloro che sono sotto i venti. La peculiarità del punto di non ritorno in Italia è che è “irreversibile”. Ovvero: una volta che il sorpasso dei sessantenni sui ventenni sia avvenuto, non è mai successo nella storia che il numero di persone sotto i vent’anni sia stato in grado di effettuare il controsorpasso sugli ultra sessantenni. Diventeremo una gigantesca Gorreto?
    Ciao, bambini!

    • Giulio Meotti
    • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.