
Di qua, di là del Piave. L'irredentista mòna e l'italico sbirro pavloviano
Come quelli che non fecero la gita a Chiasso, brianzolo di pianura mai ho varcato il Mincio, né come Renzo l’Adda verso la Serenissima. Dal prudente confine li guardo, i barbari Veneti, gemelli diversi, con quel loro po’ di selvatico e picaresco nella zucca e nelle scarpe. Diffido. Diffidava pure il Bossi, del Leòn. Che davvero ancora volessero, matti vent’anni dopo, dare l’assalto all’Italia Repubblicana col panzer di cartone, ruspa o tratùr appena modificato, e gli schioppi tirati fora dal fosso?
Come quelli che non fecero la gita a Chiasso, brianzolo di pianura mai ho varcato il Mincio, né come Renzo l’Adda verso la Serenissima. Dal prudente confine li guardo, i barbari Veneti, gemelli diversi, con quel loro po’ di selvatico e picaresco nella zucca e nelle scarpe. Diffido. Diffidava pure il Bossi, del Leòn. Che davvero ancora volessero, matti vent’anni dopo, dare l’assalto all’Italia Repubblicana col panzer di cartone, ruspa o tratùr appena modificato, e gli schioppi tirati fora dal fosso?
Ha fatto un’autentica retata, il Ros, contro i secessionisti accusati di “varie iniziative, anche violente” per ottenere l’indipendenza del Veneto. Ventiquattro arresti. Magistrati di Brescia, confinanti infìdi. Dei badermainoff che al telefono dicevano “male che vada, ci troviamo a casa mia a tagliare il salame”. Han beccato il fondatore della Liga Veneta, Franco Rocchetta, ex parlamentare e ora promotore del referendum per la secessione. E pure due ex Serenissimi, quelli che assaltarono il campanile di San Marco nel ’97, che già balordi di laguna erano, arrivarono col “tanko” della Veneta Serenissima Armata. Ma il capo beccò 5 anni e tre mesi (scontati 3 e mezzo più servizi sociali), roba che c’è degli sparatori politici veri che hanno fatto di meno. E nel 2000 il regio Guardasigilli Fassino gli bloccò pure l’iter di grazia.
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Una retata. Addirittura. “Bisogna far saltar le banche… Una piccola parte di carabinieri o della polizia starà dalla parte degli insorti”, dicevano gli incauti. “Come in Libia, esatto, zio porco”. Cercavano armi in Albania, ’sti mòna. Una retata. In un paese dove fino all’altroieri sparare a un giuslavorista aveva sui giornali l’attenuante del reato d’opinione, difesa della Costituzione fondata sul lavoro. In cui i No Tav ammassano arsenali su in valle, e tiran biglie e fan saltare cantieri, ma ancora nessuno osa configurare il reato di terrorismo, persino Caselli fu preso a male parole. Ma se invece quattro picari da bacari evocano la secessione, scatta nel pretore d’assalto l’effetto pavloviano della difesa dei Sacri Confini del Piave Rossi pel Sangue de’ Fanti. Una caricatura unitarista, o per l’inverso da sbirri di Ceccobeppe contro l’Irredentista. Ora irridentista. Ma va là! Qualcosa non quadra.
Perché al Ros sfugge invece il fatto, il reale. Che da quelle parti cova un’aria cupa da referendum (43 per cento nei sondaggi), da fora di ball peggio dei tempi di Bossi. Se persino il Consiglio regionale (col Pd e Forza Italia) studia il referendum sullo statuto speciale. Se persino Diego Bottacin, (che è di Scelta civica, se mi spiego) dice che “la causa dell’indipendentismo veneto non poteva trovare miglior alleato della magistratura di Brescia”. Se di fronte a questi segnali perfino politici, non eversivi, l’Indivisa Repubblica sa mandare solo i birri in divisa, be’ dov’è il confine?
Maurizio Crippa


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