Le buone intenzioni renziane alle prese col carrozzone dell'export italiano

Marco Valerio Lo Prete

Quella del commissario Carlo Cottarelli sulla revisione della spesa pubblica è una fotografia ad ampio spettro, poi toccherà alla politica scegliere quali tagli operare. Chiaro. A patto di non ridurre la panoramica scattata da Cottarelli a una microscopica fototessera. Dopo le prese di distanze del governo sulla messa in mobilità di 85 mila dipendenti pubblici, sul contributo straordinario sui pensionati, sui sussidi pubblici ai trasporti, la scorsa settimana anche il ministro dello Sviluppo, Federica Guidi, ha detto la sua. Cottarelli prospetta tagli all'Istituto del commercio estero (Ice)? Il ministro no, anzi crede che “l'Ice non vada tagliato, tolto, ma piuttosto potenziato”, ha detto presentando in commissione parlamentare le linee guida del suo ministero.

    Quella del commissario Carlo Cottarelli sulla revisione della spesa pubblica è una fotografia ad ampio spettro, poi toccherà alla politica scegliere quali tagli operare. Chiaro. A patto di non ridurre la panoramica scattata da Cottarelli a una microscopica fototessera. Dopo le prese di distanze del governo sulla messa in mobilità di 85 mila dipendenti pubblici, sul contributo straordinario sui pensionati, sui sussidi pubblici ai trasporti, la scorsa settimana anche il ministro dello Sviluppo, Federica Guidi, ha detto la sua. Cottarelli prospetta tagli all'Istituto del commercio estero (Ice)? Il ministro no, anzi crede che “l'Ice non vada tagliato, tolto, ma piuttosto potenziato”, ha detto presentando in commissione parlamentare le linee guida del suo ministero. Non che il Commissario venuto dal Fondo monetario internazionale prevedesse chissà quali sfracelli: su tagli stimati nell'intero 2014 in 7 miliardi, aveva ipotizzato una limatura da 0,1 miliardi (100 milioni) alla voce “enti pubblici” (limatura che poi dovrebbe diventare di 0,2 miliardi nel 2015 e 0,3 miliardi nel 2016), enti tra i quali figurano l'Ice e il Cnel. In entrambi i casi la Confindustria, associazione di cui Guidi ha presieduto la “sezione giovanile”,  ha manifestato la propria contrarietà. Nel caso dell'Ice, il presidente degli industriali Giorgio Squinzi ha detto di aver provato “terrore” alla sola ipotesi di tagli. Niente paura, ha fatto intendere la Guidi.

    L'Ice, abolito nel 2011 dal governo Berlusconi e poi resuscitato da Monti col nome di Italian Trade Agency, potrà quindi coordinare la missione imprenditoriale in Mozambico prevista dal 19 al 21 maggio. Missione promossa dai ministeri dello Sviluppo e degli Esteri, organizzata dall'Ice insieme a Confindustria, Abi, Unioncamere, Rete Imprese Italia, Alleanza delle cooperative italiane e Conferenza delle regioni. Senza che nessuno – regione Veneto e Unioncamere a livello locale, Ice a livello nazionale, fanno notare alcuni imprenditori – si sia preoccupato del fatto che l'agenzia regionale Veneto Promozione ha organizzato una missione di imprenditori nello stesso paese africano, il Mozambico, e per settori simili, a nemmeno dieci giorni di distanza, dal 1° al 7 giugno. Ma questa è soltanto una delle molteplici sovrapposizioni di ruoli che gli imprenditori, anche tra gli associati confindustriali, lamentano rispetto all'apparato pubblico che sostiene l'export del paese.

    Il ministero dello Sviluppo guidato dalla Guidi, alla testa della Cabina di regia istituita nel 2011 per l'internazionalizzazione delle imprese, dovrebbe stabilire linee guida e strategia proprio per evitare duplicazioni costose e inutili. Tuttavia i risultati di questo coordinamento non sono garantiti. E' il caso, per esempio, del progetto “International trade hub-Italia”, a cui il ministero dello Sviluppo lavora dal 2011. L'obiettivo originario – sancito in numerosi “tavoli” e condiviso perfino dall'Onu – era quello di fornire alle imprese, soprattutto piccole e medie, un unico portale d'accesso “per semplificare e velocizzare le pratiche d'import-export”, annunciava tre anni fa il Sole 24 Ore. Un unico luogo telematico dove accedere a consigli di esperti, materiale informativo sulle economie di destinazione, leggi e tariffe straniere, moduli e informazioni utili per accedere a finanziamenti e consulenze in Italia. Il ministero dello Sviluppo ha già stanziato 2,1 milioni di euro per il progetto, portato a termine quando il presidente del Consiglio era Enrico Letta. Gli imprenditori, però, nel 2014 non hanno ancora potuto utilizzarlo. Cos'è che blocca tutto? Le spese di funzionamento non sarebbero eccessive, dicono alcuni esperti consultati dal Foglio, visto che in altri paesi piattaforme simili si autofinanziano con gli abbonamenti delle imprese. Il problema, ancora una volta, è di coordinamento tra tutti i galli che si muovono nel pollaio chiamato “Sistema paese” che dovrebbe facilitare le esportazioni; un “Sistema paese” che, secondo la Banca d'Italia, potrebbe funzionare ugualmente col 60 per cento di fondi pubblici in meno. Dal ministero fanno notare infatti che prima di mettere in funzione il sistema “Iht-Italia” si sta cercando un coordinamento preventivo con altri attori interessati, come le Camere di commercio che, nel frattempo, hanno creato però un portale con pretese simili (WorldPass). Alcuni osservatori più maliziosi osservano pure che la messa in rete di tante informazioni, da aggiornare e confrontare continuamente tra i vari enti, metterebbe sotto pressione Ice, Sace, Simest, ministeri e Camere di commercio, costringendoli a rispondere continuamente agli input degli imprenditori e a non duplicare i loro servizi. Di certo ci sono i fondi stanziati e un progetto concluso ma inutilizzato.