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"La morte è sbagliata". Arriva il prontuario per l'immortalità, edizione bambini

Redazione

Gennady Stolyarov non vuole morire. Da bambino, quando viveva in Russia, prima di volare negli Stati Uniti, era ossessionato dal tempo. Domandava sempre a suo nonno: cosa succede quando si diventa grandi? E cosa succede dopo? E dopo ancora? E poi? Un giorno, dopo una selva di domande temporali, il vecchio sbottò, rivelandogli l'orrendo: “Alla fine si muore, Gennady”. A Gennady Stolyarov l'idea non andò mai giù. Oggi, a trent'anni di distanza, ha un canale YouTube, collabora con molte testate, dirige The Rational Argumentator, rivista dedicata alla logica e al progresso, ed è diventato una piccola celebrità nel mondo del transumanesimo, il movimento culturale che mira ad aumentare le capacità fisiche ed intellettuali umane con la scienza e la tecnologia.

    Gennady Stolyarov non vuole morire. Da bambino, quando viveva in Russia, prima di volare negli Stati Uniti, era ossessionato dal tempo. Domandava sempre a suo nonno: cosa succede quando si diventa grandi? E cosa succede dopo? E dopo ancora? E poi? Un giorno, dopo una selva di domande temporali, il vecchio sbottò, rivelandogli l’orrendo: “Alla fine si muore, Gennady”.

    A Gennady Stolyarov l’idea non andò mai giù.

    Oggi, a trent’anni di distanza, ha un canale YouTube, collabora con molte testate, dirige The Rational Argumentator, rivista dedicata alla logica e al progresso, ed è diventato una piccola celebrità nel mondo del transumanesimo, il movimento culturale che mira ad aumentare le capacità fisiche ed intellettuali umane con la scienza e la tecnologia. Fine ultimo del movimento e suo desiderio malcelato, una vita lunga, molto più lunga, che tenda all’immortalità. E visto che Stolyarov era solo un bambino quando capì che la fine era per lui lontana ma certa, ha deciso di scrivere un libro indirizzato ai più piccoli, a cui vuole insegnare che “la morte è sbagliata”: una bugia che non ci meritiamo, una trappola evitabile. L’opera, dal titolo-manifesto "Death Is Wrong", è fatta per le nuovissime generazioni, le prime che – pare – potranno mettere al bando la Fine e godersi la vita.

    Stolyarov ha anche avviato una campagna di crowdfunding su Indiegogo, chiedendo 5 mila dollari per stampare mille copie del suo sussidiario da consegnare a mille immortali dilettanti. La cifra non è ancora stata raggiunta, certo, ma la vita è troppo breve per aspettare che i soldi piovano da estranei, così ce lo siamo procurati in ebook.

    "Death Is Wrong" è un breve safari in una mente votata ciecamente al progresso e dominata dalla paura. Qui, Stolyarov confessa di aver espresso un solo desiderio nel corso della sua vita, quello di non morire, e sembra scioccato dal vedere i suoi simili appoggiarsi a una consuetudine letale, a  quell’appuntamento fisso che lui prende per moda passeggera. Tra un capitoletto e l’altro, tutti coronati da illustrazioni di sua moglie Wendy, scomoda Benjamin Franklin, Francis Bacon e altre figure storiche citando i loro pensieri pieni di rammarico – un genere di pensiero piuttosto diffuso, a dire il vero: “Un giorno morirò, non è terribile?”. Cita casi di animali che “ce l’hanno fatta”, come la minuscola medusa Turritopsis nutricula, considerata immortale, anzi, in grado di reincarnarsi in se stessa senza sosta (ne parlò anche il New York Times tempo fa; lo scienziato che l’ha scoperta ha anche scritto canzoni dedicate all’organismo, canzoni che poi canta al karaoke in televisione).

    La prima sezione del libro punta a convincere, offrendo supporto a una teoria onirica. La seconda, invece, senz’altro la migliore, passa all’azione offrendo anche qualche pro tip agli esordienti. L’idea che il progresso umano possa allungare di molto le nostre vite, per esempio, ha messo da tempo in guardia Stolyarov, che non vive come una persona “normale”. A differenza di tutti noi, presta enorme attenzione ai piccoli dettagli: “Mentre gli altri lasciavano le monetine di resto dappertutto,” racconta, “io le raccoglievo diligentemente. [...] Una volta ho trovato una moneta del 1893 che oggi vale circa un dollaro. L’ho conservata per ricordarmi che quel penny di 120 anni fa è più vecchio di qualunque altro essere umano in vita”.

    Posticipando il grande passo, il tempo muta e diventa una prateria di possibilità: l’autore passa così a elencare il numero di libri che potremmo leggere, gli hobby che potremmo avere (o continuare a evitare), le incredibili possibilità lavorative. E' un jobs act tutto particolare, il suo: “Potrete lavorare e risparmiare soldi per quarant’anni e poi prendervi una pausa di dieci anni, il tutto rimanendo in salute e in grado di godervi la propria vita”, annuncia entusiasta. Non mancheranno però degli obblighi per i nuovi transumani: quando tra 5,4 miliardi d’anni il Sole diventerà un’enorme gigante rossa, scrive, “l’umanità avrà bisogno di voi per evitare che ciò avvenga o per guidarla in un altro pianeta”. Le vite umane non saranno più divise in fasi (l’asilo, la scuola, il lavoro, la terza età) ma “tutti avranno tempo e modo per pensare a come vogliono davvero vivere. Quanti sogni avete? E' necessaria una vita senza una fine per esaudirli tutti”.

    Il futuro di Stolyarov sembra bandire il malumore e i disagi personali, una distopia in cui il sorriso è uniformemente obbligatorio. Una nuova umanità fatta di buonumore e speranza pare però un incubo per chi magari disistima la morte ma non sa ancora se definirla “sbagliata”. La vita umana è anche fatta di amarezza, noia, frustrazioni, problemi personali e disordini sociali. Che siano tutti curabili? O meglio: che ci convenga farlo? Potrà mai andare tutto bene per sempre? Viene quasi spontaneo sperare di no.

    A fine lettura, arriva il Don Pizzarro di Corrado Guzzanti a illuminare la via: “Se deve nasce e se deve morì, sennò al regno dei cieli quando ce vai? Che l’avemo fatto a fa’?”.